Regione Sicilia: 60 mln al settore agricolo e ittico.
Interventi straordinari per il settore agroalimentare siciliano per 60 milioni di euro. Sono quelli destinati dalla Regione Siciliana, con delibera del governo Musumeci, a supporto dei settori agricolo e ittico, per dare una boccata di ossigeno ai produttori. In particolare, il governo regionale ha varato contributi per 25 milioni da destinare agli allevatori e produttori zootecnici di latte ovino e bovino; e ancora 25 milioni dei fondi per l’emergenza Covid a supporto degli agricoltori a fronte dei canoni irrigui dell’annualità 2020-21; e, infine, altri 10 milioni di euro come misure compensative per sostenere il mondo della pesca. “Destiniamo ulteriori risorse per dare ossigeno – afferma il presidente Musumeci – a due settori produttivi strategici per l’Isola, pesantemente danneggiati dalla pandemia e da problemi irrigui a causa di reti di distribuzione colabrodo. Il governo regionale ha investito molto in questi quattro anni nel rilancio dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca, varando anche provvedimenti legislativi innovativi. Gli ultimi dati sull’export, in particolare quelli sull’agroalimentare, ci confermano che le scelte adottate si sono rivelate giuste”. “Le risorse – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura e alla Pesca, Toni Scilla – provengono da una rimodulazione del Piano sviluppo e coesione (Psc) a seguito di economie maturate nel programma. In questo momento emergenziale, anche tra mille difficoltà, l’obiettivo è quello di salvaguardare le aziende dei settori interessati, affinché possano rimanere in vita e affrontare le nuove sfide del mercato attraverso una corretta politica di rilancio, alla quale stiamo già lavorando”.
Clicca qui per scaricare il comunicato stampa.
Regione Abruzzo: assegnati 3,6 mln a Comuni cratere 2016-17 per viabilità agricola e forestale
Il Dipartimento Agricoltura della Regione Abruzzo ha approvato la graduatoria delle risorse disponibili nell’ambito del Programma di sviluppo rurale (PSR) Abruzzo 2014-2022, finanziando tutti i 19 Comuni, ricompresi nel cratere sismico 2016 e 2017, che avevano presentato domanda per oltre 3,6 milioni di euro complessivi: i fondi sono finalizzati a migliorare l’accesso e la fruibilità dei terreni agricoli e forestali in particolare quelli più marginali e con particolari esigenze di connessione alla viabilità principale. A beneficiarne i 19 comuni della provincia dell’Aquila e Teramo che hanno partecipato al PSR Abruzzo 2014-2022, Misura 4 “Investimenti in immobilizzazioni materiali – Sottomisura 4.3: Investimenti in infrastrutture per lo sviluppo, ammodernamento e adeguamento dell’agricoltura e della silvicoltura – Intervento 4.3.2: Supporto per gli investimenti che riguardano infrastrutture nel settore agricolo e forestale”. La misura è destinata a soggetti pubblici, gestori di viabilità agro-silvo-pastorale e forestale: concede aiuti sotto forma di contributo in conto capitale pari al 100% dei costi, per interventi di investimenti materiali di tipo immobiliare e mobiliare quali la realizzazione di opere di viabilità, ampliamento, ristrutturazione, messa in sicurezza di rete viaria esistente, realizzazione di manufatti accessori (es. piazzole di sosta e movimentazione), spese generali collegate agli investimenti (come onorari di architetti, ingegneri e consulenti, compensi per consulenze in materia di sostenibilità ambientale ed economica, inclusi studi di fattibilità, acquisto di brevetti e licenze). Finanziato il 100 per cento delle istanze, relative ad infrastrutture viarie rurali e forestali che il sisma 2016-2017 e le eccezionali precipitazioni nevose del gennaio 2017 hanno compromesso ulteriormente con conseguenze gravissime sulla raggiungibilità dei siti produttivi, prevalentemente montani. E la scarsa qualità della rete viaria costituisce una limitazione alle attività agro-silvo-pastorali, che spesso rappresentano fonti primarie di reddito nelle aree rurali e montane del territorio regionale. Questi i comuni beneficiari: Barete, 130.683 euro, Cagnano Amiterno, 196.889 euro, Campotosto, 196.801 euro, Capitignano 192.961 euro, Castelli 196.384 euro, Colledara 199.715 euro, Cortino 197.701 euro, Crognaleto 197.770 euro, Fano Adriano 199.465 euro, Isola del Gran Sasso 196.203 euro, Montereale 196.808 euro, Pizzoli, 196.455 euro, Rocca Santa Maria, 199.947 euro, Torricella sicura, 196.149 euro, Tossicia, 195.247 euro, Valle Castellana 190.058 euro, Campli, 192.001 euro, Castel Castagna 193.937 euro, Civitella del Tronto, 176.783 euro.
Per visualizzare il comunicato stampa cliccare qui.
Regione Lombardia: incremento di 20 mln sul fondo per la zootecnia da latte di montagna e 5 mln di euro per 120 nuove aziende condotte da under 40.
“Incrementare di 20 milioni di euro il fondo dedicato alla zootecnia da latte di montagna. La problematica dell’aumento dei costi di produzione sta assumendo caratteri di vera e propria emergenza in questo settore, dove, in molti casi, viene riconosciuto un prezzo alla stalla troppo basso generando problemi di carattere strutturale, territoriale, ambientale e sociale”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, che ha sottoscritto, insieme ai colleghi delle Regioni dell’arco alpino, una richiesta formale che sarà inviata al ministero dell’agricoltura. “Un’eventuale chiusura di aziende zootecniche di montagna – prosegue – risulterebbe difficilmente reversibile, con pesanti conseguenze, oltre che socioeconomiche, anche per il mantenimento dei delicati equilibri paesaggistici e ambientali che caratterizzano il territorio montano”. “Ringrazio l’Alleanza delle cooperative italiane – conclude Rolfi – che ha sollevato il tema trovando sponda in tutte le Regioni dell’arco alpino. La zootecnia di montagna è un presidio ambientale ed economico per valorizzare territori straordinari e contrastare lo spopolamento anche grazie alla valorizzazione dei prodotti finiti. Servono interventi immediati”. Altro punto cruciale su cui si è espressa questi giorni la Regione Lombardia riguarda l’incentivare il subentro dei giovani alla guida delle aziende agricole. “Le difficoltà attuali del comparto agricolo testimoniano come sia necessario un profondo processo di innovazione. Per questo il ricambio generazionale gioca un ruolo fondamentale. Avere ragazze e ragazzi in agricoltura significa portare diverse idee imprenditoriali, visione del futuro ed energie nuove”. Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia, Fabio Rolfi, in merito allo stanziamento, nell’ambito del Programma di sviluppo rurale (Psr), di 5,4 milioni di euro per la costituzione di nuove aziende da parte di giovani agricoltori. Sostegno da 40 a 50.000 euro “Finanziamo non solo le start-up, ma incentiviamo anche – ha aggiunto Rolfi – il subentro dei giovani nelle aziende agricole di famiglia, per garantire continuità alle imprese e alle filiere. Con questa nuova misura salgono a 1.500 le imprese giovani che abbiamo incentivato in questa programmazione, con un investimento totale di 45 milioni di euro. Per i giovani imprenditori agricoli di pianura è previsto un incentivo da 40.000 euro, per quelli che decidono di aprire una attività in montagna si arriva a 50.000. Accanto alla nascita di nuove aziende abbiamo fatto un importante investimento da 4 milioni di euro sugli istituti agrari statali della Lombardia – ha ricordato, concludendo, l’assessore Rolfi – per ammodernare le attrezzature didattiche. Una misura che replicheremo anche quest’anno: dobbiamo accorciare la distanza tra scuola e lavoro, introducendo negli istituti agrari macchinari innovativi ormai usati quotidianamente”.
Cliccare qui per leggere i comunicati stampa.
Regione Sardegna: 820 mln per il PSR 2023-2027.
Alla Sardegna andranno 820 milioni di euro per finanziare il Programma di sviluppo rurale 2023-2027. Lo comunica l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, che fa il punto sulla ripartizione dei fondi assegnati alle Regioni secondo quanto previsto dall’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni il 21 giugno scorso. “Con il nuovo riparto – spiega l’assessore Murgia – è stata stabilita un’equa suddivisione tra le Regioni con l’introduzione di parametri oggettivi che tengono conto delle diverse realtà territoriali. Rispetto a una prima proposta che assegnava alla Sardegna circa 740 milioni di euro siamo riusciti a ottenere maggiori risorse dopo una lunga negoziazione. Va rappresentato che la dotazione del Feasr a livello europeo si è ridotta e conseguentemente tutti i programmi nazionali e regionali hanno meno risorse a disposizione. Inoltre la comparazione con la precedente programmazione deve tener conto del fatto che per effetto dello slittamento di un biennio nell’attuazione della nuova programmazione, quella che ora si sta avviando ha una durata di soli cinque anni”. Ecco i dati. Per il periodo 2014-2020: dotazione Feasr nazionale da ripartire tra le Regioni 9.446.578.484,23 euro; dotazione nazionale totale (Feasr+Stato+Regione) 18.713.456.198,85 euro; assegnazione Feasr alla Regione Sardegna 619.925.000 euro; assegnazione totale alla Regione Sardegna (Feasr+Stato+Regione): 1.291.510.416,67 euro. Per il periodo 2021-2027: dotazione Feasr da ripartire tra Regioni 5.888.154.699,00 (23-27)+2.653.508.906 euro (21-22), per un totale di 8.541.663.605 euro; dotazione nazionale totale (Feasr+Stato+Regione): 12.961.654.966 (23-27)+6.200.585.785,36 euro, per un totale di 19.162.240.751,36 euro; assegnazione Feasr alla Regione Sardegna 413.844.022 (23-27)+180.264.491,43 euro (21-22), totale 594.108.513,43 euro; assegnazione totale alla Regione Sardegna (Feasr+Stato+Regione): 819.493.113 (23- 27)+437.782.562,69 euro (21-22), per un totale di 1.257.275.675,69 euro.
Clicca qui per visualizzare il comunicato.
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.