Si è tenuto ieri presso la Camera dei Deputati, un question time sull’annosa vicenda relativa all’eradicazione della brucellosi negli allevamenti bovini e bufalini della Campania. Riportiamo di seguito quanto emerso e l’opinione del presidente della Commissione Agricoltura, On. Filippo Gallinella. 

Il deputato Sarro (FI) ha illustrato la sua interrogazione ripercorrendo le strategie messe in atto negli ultimi dieci anni, dal 2011 al 2021, nel corso dei quali sarebbero stati abbattuti circa 140.000 capi, il 97 percento dei quali è risultato essere sano, a seguito delle indagini condotte post mortem. “La vicenda – dice il deputato – ormai è praticamente fuori controllo, l’allarme sociale è altissimo, come la preoccupazione. Oggi, gli allevatori hanno iniziato, come estrema manifestazione di protesta, uno sciopero della fame. Vi è l’esigenza di intervenire rapidamente, soprattutto rimuovendo la totale inefficienza del sistema sanitario, che ha condotto il piano sino ad oggi. È necessaria l’adozione di misure precise di protezione del settore e, soprattutto, di eliminazione di queste disfunzioni sanitarie“. A queste affermazioni il Ministro della Sanità, Roberto Speranza, ha risposto facendo presente che ovviamente l’obiettivo del Ministero, così come di concerto con la Commissione europea, è quello di eradicare le malattie infettive della specie bovina e bufalina, sia in Campania che in tutto il resto d’Italia.

La strategia di eradicazione indicata dalla Commissione europea si basa su un principio molto semplice: il bestiame è sottoposto a test diagnostico e gli animali riscontrati positivi vengono eliminati dalla mandria con l’invio alla macellazione. Gli animali positivi rappresentano un rischio permanente di infettare gli altri animali presenti nella mandria. Tale percorso è codificato da un punto di vista normativo, sia a livello nazionale, che europeo (regolamento (UE) 2016/429 e regolamento delegato (UE) 2020/689). La macellazione degli animali positivi non è, quindi, un fatto opzionale, ma, visti i testi cui ho fatto riferimento, è un obbligo di legge“.

Il Ministro ha poi continuato dicendo che il nuovo piano straordinario, approvato con delibera della regione Campania n. 104, in data 8 marzo 2022, prevede misure di lotta e di eradicazione sul territorio regionale di brucellosi e tubercolosi, malattie infettive e diffusive, trasmissibili anche all’uomo, ed in merito ai risultati   del programma di eradicazione attuato sottolinea che la rigorosa applicazione avvenuta nei territori di  Avellino, Benevento e Napoli ha consentito di conseguire lo status di province indenni per brucellosi bovina e bufalina (deliberato dalla Commissione europea con decisione di esecuzione (UE) 2021/385), e che solo nella provincia di Caserta la situazione è ancora estremamente critica.  Ha proseguito inoltre aggiungendo: “Nel nuovo Piano d’intesa con la Commissione europea è stata prevista anche la vaccinazione dei capi bufalini di età compresa tra 6 e 9 mesi, dopo l’abbattimento degli animali infetti contro la brucellosi nei comuni cluster di infezione di Cancello ed Arnone, Castel Volturno, Grazzanise e Santa Maria, in cui è concentrato l’84 per cento dei focolai di brucellosi verificatosi negli ultimi sei anni in regione. La vaccinazione, inoltre, potrà essere eseguita anche in alcuni comuni limitrofi al territorio cluster. Ritengo, inoltre, doveroso precisare che, nonostante gli abbattimenti, il patrimonio degli allevamenti bufalini nel casertano negli ultimi dieci anni è rimasto consistente e per me resta un patrimonio da tutelare per il nostro Paese. Il Piano recentemente approvato prevede, naturalmente, anche la liquidazione di indennizzi integrativi regionali di abbattimento per i soggetti iscritti ai libri genealogici della razza bufala mediterranea italiana. Rassicuro che continueremo a porre in essere ogni sforzo, per quanto di competenza chiaramente del Ministero della Salute, a favore dei territori colpiti dall’epidemia e confido che la cooperazione tra tutti gli attori del sistema produttivo interessato possa in tempi rapidi rivelarsi risolutiva come avvenuto in altri ambiti territoriali”.

Al termine di questo intervento il deputato Sarro ha ripreso parola sottolineando che il nuovo Piano regionale presenta delle criticità evidentissime, che non risolvono il problema, come ad esempio il fatto che il vaccino debba essere validato dagli istituti competenti, in particolar modo quelli europei. “Consideriamo il fatto che la possibilità di prosecuzione dell’attività viene riservata ad aziende che devono rispondere a parametri e previsioni talmente alti e difficilmente proponibili in una realtà produttiva di quel tipo, che ha un certo modo di essere caratterizzata e soprattutto ha una tradizione produttiva in tal senso, ed il sostegno economico non è fornito direttamente in maniera agevole e semplificata, ma attraverso bandi, quindi con procedure selettive, con tempi non determinati e non determinabili preventivamente, quindi del tutto incompatibili con le esigenze di immediatezza, che, viceversa, la risposta produttiva deve rivestire. Inoltre, abbiamo anche registrato risorse che sono state impiegate per la pulizia dei canali di bonifica e altre infrastrutture dell’area, che francamente non immaginiamo essere strettamente attinenti. Io segnalo che l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno di Portici, cui è stata demandata in larga misura la gestione del piano di eradicazione, è sostanzialmente responsabile in larga misura di questa situazione. Dobbiamo dire che l’interessamento della magistratura, che si è manifestato anche di recente sulla gestione di alcuni strumenti e di alcune azioni, ha avuto una vastissima eco anche nel mondo dell’informazione e molte di queste notizie che sono venute fuori ci consegnano uno scenario caratterizzato da una certa opacità, che imporrebbe sicuramente un intervento da parte delle autorità sanitarie nazionali molto più incisivo e molto più determinato a tutela di un settore che ha perso, ad oggi, 100 aziende e ha visto sostanzialmente bruciare 5 mila posti di lavoro in una realtà come la provincia di Caserta, dove già la crisi economica ha segnato pesantemente la condizione di vita di quei cittadini” (per approfondimenti al riguardo leggi anche il nostro articolo “Brucellosi e tubercolosi bufalina in Campania: da Report alla conferenza stampa della Regione”).

Terminato l’incontro alla Camera, il presidente della Commissione Agricoltura ha espresso in un comunicato stampa le sue idee sulla gestione dell’emergenza:

“Tra gli allevatori di bufale noi dobbiamo tutelare quelli virtuosi, ossia la stragrande maggioranza, dando loro strumenti e incentivi in maniera intelligente e togliendo ogni dubbio ai consumatori su ciò che vanno ad acquistare. Proprio come con la Peste Suina Africana nel nord Italia, è necessario nominare un commissario ad hoc come richiesto da me nel giugno 2021 al ministro della Salute, Roberto Speranza. Ci sono tante azioni da mettere in campo e non può essere lasciato tutto al seppur eccellente lavoro dei veterinari, i quali hanno un raggio limitato e devono essere sostenuti dallo Stato”. Lo dichiara il deputato Filippo Gallinella (M5S), presidente della commissione Agricoltura, a margine del question time tenutosi oggi a Montecitorio sul tema.

“Per addivenire a una risoluzione concreta – aggiunge – è necessario un approccio multidisciplinare, nominando un commissario che sia magari un esponente delle forze armate e che sappia superare ogni tipo di ingerenza o pressione, rimanendo slegato da dinamiche territoriali, il più laico possibile, che collabori con le autorità locali e fondi il suo operato sulle conoscenze dell’attuale task force che, però, ha poteri e margini di intervento limitati”.

“L’emergenza brucellosi, infatti, è in capo alla Regione Campania e rimane da anni irrisolta – prosegue Gallinella -. Credere di poter imbrigliare nelle maglie della burocrazia il contrasto ai patogeni significa condannarsi alla sconfitta. Per questo è necessario un controllo di rango superiore“.

“Vi sono diversi obiettivi da raggiungere. Innanzitutto va tutelata la biodiversità, preservando la razza autoctona mediterranea ed evitando sostituzioni con razze estere – continua – Va poi migliorata la biosicurezza degli allevamenti e per raggiungere questo obiettivo forse sarebbe meglio premiare i comportamenti virtuosi piuttosto che sostenere economicamente solo le perdite del capo di bestiame”.

“Tra i suggerimenti emersi sinora, vi è la necessità di opere idrauliche finalizzate a rendere sicura l’acqua con cui si dà da bere al bestiame o utilizzata per le pulizie – dichiara Gallinella – La maggior parte degli allevamenti nel casertano, infatti, sono uno accanto all’altro, in un’area depressa che si inonda facilmente e che, quando piove, fa sì che la brucella scorra da un allevamento all’altro, contaminando le acque superficiali”.

“Infine, dobbiamo contrastare duramente il traffico illecito di farmaci. I vaccini, infatti, sono illegali e vengono somministrati illecitamente: un giro che va fermato – conclude – Per far questo, come già suggerito dal Ministero della Salute all’ASL competente per territorio a maggio 2021, si deve puntare sul doppio esame: brucellosi e RB51, ovvero vaccino per capi bufalini”.

Fonte: Ufficio Comunicazione MoVimento 5 Stelle Camera dei Deputati