L’inverno pare giunto alla sua conclusione e in stalla gli “elicotteri” sono tornati in funzione nelle ore più calde del giorno.

Con i primi tepori primaverili le mosche non rimangono certo ad aspettare e le larve stanno già trovando tra il letame le condizioni favorevoli per “riaprire” bottega. Se non si interviene tempestivamente per arginarle, si ritornerà a discutere della solita annuale solfa. Sono imminenti, quindi, i primi interventi larvicidi finalizzati a controllare la maggior parte della popolazione di mosche nel complesso aziendale.

Il primo intervento che l’allevatore deve calendarizzare è il larvicida” tuonano veterinari ed entomologi. Benché rientrino nella categoria degli insetticidi, i larvicidi impiegati contro le mosche sono particolarmente selettivi, quantomeno in virtù della loro applicazione piuttosto mirata.

In questa nuova puntata della rubrica Neutralizzale, verrà affrontata nel dettaglio una “nuova” molecola larvicida contro le mosche, da considerarsi per certi versi innovativa per il settore. Pur non essendo una molecola di recente introduzione, lo è di fatto per l’impiego nelle stalle contro bigattini e larve in generale. Si tratta dell’S-Metoprene.

Il Metoprene è un noto regolatore di crescita degli insetti. Per Regolatore di Crescita (dall’inglese IGR – Insect growth regulator) s’intende un insetticida avente come specifico bersaglio d’azione gli stadi giovanili degli insetti, identificati in: uova, larve e pupe.

Noto fin dagli anni ’70 il Metoprene, chimicamente un terpene, veniva impiegato nel controllo degli insetti molesti e infestanti in genere (Henrick et al. 1976). La svolta arrivò con l’isomero S-Metoprene, una “configurazione” alternativa del Metoprene, molto più efficace. Il motivo? L’S-Metoprene risulta chimicamente identico all’ormone giovanile degli insetti o neotenina.

La neotenina

L’ormone giovanile, o neotenina, viene elaborato durante tutto lo sviluppo larvale, ma pure negli stadi adulti (mai nelle pupe), degli entomi dai “corpi allati” (due glandole retrocerebrali), in seguito a stimoli promossi dall’ormone cerebrale e da un neuroumore (Grandi, 1966). La sua azione fondamentale consiste nell’interferire negativamente con il ruolo sostenuto da un secondo ormone, l’ecdisone, definendo le condizioni di sviluppo dell’insetto.

In presenza di neotenina, l’ecdisone stimola nelle larve esclusivamente il processo di muta, evitando la trasformazione in insetto adulto attraverso la metamorfosi. In altri termini, la neotenina fa sì che in occasione della muta l’insetto subisca solo una crescita lineare, mantenendo la morfologia dello stadio giovanile.

Giusto per intenderci, mentre l’insetto è in “tenera” età i livelli di neotenina sono elevati ma vanno progressivamente riducendosi con l’avanzare dei giorni. Nell’insetto adulto la neotenina è ancora presente e interviene sullo sviluppo degli organi genitali e regola le funzioni riproduttive.

Se alla larva si somministra un ormone identico alla neotenina, capace di sostituirsi a quest’ultima, giungono segnali aberranti che bloccano il naturale e fisiologico sviluppo, impedendo il raggiungimento dello stadio adulto.

Combattere le mosche in stalla servendosi dei loro stessi ormoni, o meglio di analoghi “artificiali” ad azione mimetica, è una pratica nota fin dagli anni Cinquanta (Williams 1956) ma sempre in costante evoluzione. Ciò che gli studiosi hanno evidenziato nel tempo è tutt’oggi di straordinaria importanza. Una lotta così fondata diminuisce il rischio di insorgenza di resistenze da parte degli esapodi infestanti o quantomeno in misura minore rispetto ai principi attivi destinati agli adulti.

Molto più di un larvicida

L’S-Metoprene è una sostanza apolare che penetra agevolmente sia la cuticola delle larve che il corion dell’uovo, agendo a tutti gli effetti per contatto. Tale aspetto fornisce un lasso temporale di efficacia molto ampio.

Al momento dell’applicazione del larvicida, qualora la sostanza attiva giunga a contatto con le numerose uova disseminate dalla femmina nel substrato, altera irreversibilmente lo sviluppo embrionale a livello di blastocinesi.

“S-Metoprene appartiene alla classe degli analoghi dell’ormone giovanile ed è in grado di inibire lo sviluppo degli stadi immaturi degli insetti, uovo compreso.”

La tranquillità di fare la cosa giusta

Dal punto di vista tossicologico l’S-Metoprene non desta preoccupazione per gli animali a sangue caldo. Di fatto, i mammiferi non condividono gli stessi processi di sviluppo degli artropodi. Ciò significa che gli ormoni degli insetti non esistono nei mammiferi e viceversa. Per tale definizione, quindi, possiamo definire l’S-Metoprene un larvicida con azione specifica con irrilevante impatto tossicologico e, poiché l’impiego è localizzato, con riflessi sull’ambiente irrisori.

Studi relativi al metabolismo nei mammiferi (dati ISPRA) indicano che la sostanza viene metabolizzata rapidamente in prodotti endogeni incorporati nella biosintesi dei costituenti naturali del corpo come colesterolo e acidi biliari (Chasseaud, et al. 1974; Quistad et al., 1974). A testimonianza della non significativa tossicologia degli analoghi degli ormoni giovanili degli insetti, in passato queste sostanze venivano addizionate all’acqua di abbeveraggio degli animali. Pratica oggi non più concessa, ma questi reperti bibliografici danno un quadro d’insieme dell’innocuità della sostanza (Baronio, 1976).

Solo Mosca domestica?

L’S-Metoprene agisce concretamente nei confronti di Musca domestica (L.), Musca autumnalis (De Geer.), Stomoxys calcitrans (L.) e Haematobia irritans (L.). Un’azione determinante è stata valutata su sirfidi come Eristalis tenax (L.), le cui larve (chiamate in inglese Rat-tailed maggots per la presenza di una caratteristica “coda”) sono molto frequenti su substrati molto umidi o su fluidi organici.

Modalità d’uso del larvicida

Le larve di mosca non sono uniformemente distribuite nei locali di stabulazione degli animali. La densità maggiore si rileva nei perimetri dei vari box, in prossimità degli abbeveratoi e in tutti i giacimenti di letame o substrato equivalente.

La distribuzione della popolazione larvale al suolo, in un certo qual senso, facilita i trattamenti larvicidi che non dovranno essere estesi a tutta l’area calpestabile della stalla ma ai soli perimetri interni.

Alla stessa stregua la concimaia non dev’essere trattata interamente, poiché la temperatura che raggiunge nel nocciolo obbligherà le larve, anche in questo caso, verso i margini.

La formulazione larvicida a base di S-Metoprene proposta da Newpharm si presenta sotto forma di granuli pronti all’impiego da distribuire semplicemente a spaglio nelle aree escluse dal calpestio animale e dove le larve effettivamente stazionano.

Essendo un granulo pronto all’uso, la persistenza temporale d’azione è assai elevata ma per un pronto effetto, qualora il substrato trattato risulti piuttosto asciutto, conviene nebulizzare della semplice acqua con un dispositivo manuale subito dopo l’applicazione dei granuli.

In caso di box concepiti a lettiera permanente, intervenire applicando i granuli prima della stesura della lettiera e ripetere gli interventi quando l’accumulo di materia organica supera i 15-20 centimetri.

Abstract

Methoprene is an insect growth regulator which acts as a juvenile hormone mimic to disrupt normal development of insects. It is used extensively overseas against insects, in particular Dipteran pests. Methoprene is a larvicide and it kills insects by disrupting metamorphosis and most mortality occurs during the larval and pupal moults. As well as indirect lethal effects, methoprene can cause a number of effects in insects at sublethal doses, such as reduced fecundity, abnormal morphologies and altered pheromone production.

 

Per maggiori informazioni clicca qui o contatta il Dott. Stefano Cherubin (scherubin@newpharm.it).