Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 11 novembre scorso il Decreto Legge 173 “Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri” contenente le principali novità riguardanti il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Con tale decreto legge viene ufficializzato il cambio di denominazione del Dicastero da “Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali” a “Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste“, nonché vengono assegnate delle nuove attribuzioni in termini di compiti e funzioni.
A proposito della nuova denominazione riteniamo di interesse riportare la risposta del Ministro Lollobrigida ad un’interrogazione sul tema ricevuta nell’ambito del Question Time tentosi il 17 novembre scorso:
Ringrazio per l’opportunità che mi viene data di illustrare in modo chiaro la scelta della nuova denominazione del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. Vorrei subito rassicurare alcuni parlamentari, che nei giorni scorsi si sono mostrati allarmati, del fatto che l’ananas non verrà messa fuori legge. Lo faccio prendendo a prestito le parole del consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia: “Chi ironizza su frutta e ananas, oltre a una caduta di stile, dimostra di non aver compreso qual è la posta in gioco”. E aggiunge: “La sovranità alimentare non è autarchia: è difesa delle proprie produzioni e dei propri modelli in un mercato globale equo […]”. La sovranità alimentare ha una precisa storia e una grande valenza, spiegata bene dal fondatore di Slow Food Carlo Petrini, che ringrazio, secondo cui questo concetto “è la stella polare per affrontare la rigenerazione dell’agricoltura nel mondo. È un concetto per cui si battono da anni tanti movimenti […]”. Petrini afferma anche che, “se applicata correttamente, la sovranità alimentare crea una tensione positiva tra dimensione locale e globale, e permette ai popoli di essere davvero liberi nella scelta di ciò che vogliono produrre e consumare, mettendo al centro il benessere delle persone e del pianeta”. La Sovranità alimentare, inoltre, per quanto possa risultare innovativa e dirompente nel quadro della semantica istituzionale italiana, non è un concetto nuovo nemmeno al di fuori dei nostri confini nazionali. Non è un mistero, infatti, che già altre nazioni, prima di noi, hanno attribuito rilevanza a questo concetto, come avvenuto in Ecuador e Venezuela, inserendolo nel dettato costituzionale. In Francia da anni è stata adottata analoga denominazione: “Ministère de l’Agriculture et de la Souveraineté alimentaire”. Scelta utile, questa, e in linea con la con il Trattato del Quirinale. Questo principio ha precisi effetti nella vita quotidiana dei cittadini e pone l’accento sulla necessità di avviare una volta per tutte nuove pratiche virtuose: produrre secondo parametri di rispetto del mondo del lavoro, dell’ambiente e della qualità. Abbandonare l’idea che la priorità sia esclusivamente quella di sopperire al bisogno di mangiare e bere, qualsiasi sia il prodotto che le logiche di mercato mettono a disposizione, in maniera massiva, dei consumatori finali. Siamo convinti che la difesa di un modello di produzione che mette al centro i prodotti di qualità, la predisposizione di filiere sempre più corte, l’applicazione del principio di stagionalità, la centralità dell’imprenditore agricolo, siano tutti fattori che generano e garantiscono il diritto di un popolo di cibarsi di prodotti più sani e la produzione sia in grado di garantire una maggiore sostenibilità ambientale. I prodotti d’eccellenza e la qualità vanno infatti difesi valorizzando il lavoro degli imprenditori agricoli. E noi intendiamo farlo. Perché tutti i popoli hanno il diritto di definire le proprie politiche agricole e alimentari. Italiani compresi.
Per quanto riguarda poi le nuove assegnazioni, ai compiti già precedentemente affidati al Ministero che, così come riportato nell’articolo 2 del decreto legislativo 4 giugno 1997, n.143, prevedevano:
- elaborazione e coordinamento delle linee di politica agricola, agroindustriale e forestale, in coerenza con quella comunitaria;
- rappresentanza degli interessi nazionali nelle sedi apposite comunitarie, cura delle inerenti relazioni internazionali, esecuzione degli obblighi comunitari e internazionali riferibili a livello statale, proposta in materia di funzioni governative di coordinamento ed indirizzo nelle materie di interesse;
integrati poi dalle funzioni e i compiti riportate nel decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, tra cui ad esempio:
- la qualità dei prodotti agricoli e dei servizi, compreso il riconoscimento degli organismi di controllo e certificazione per la qualità, e la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e agroalimentari;
sono stati adesso aggiunti, con il Decreto Legge 173di recente pubblicato, i seguenti funzioni e compiti in materi di:
- tutela della sovranità alimentare;
- garanzia della sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari;
- sostegno della filiera agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura;
- coordinamento delle politiche di gestione delle risorse ittiche marine;
- produzione di cibo di qualità;
- cura e valorizzazione delle aree e degli ambienti rurali;
- promozione delle produzioni agroalimentari nazionali sui mercati internazionali.
Fonte: Gazzetta Ufficiale
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