Altragricoltura, Associazione Tutela Allevamento Bufala Mediterranea, Associazione Amici della Bufala, Lega Allevatori Bufalini, SIAAB hanno sottoscritto nella giornata di ieri un documento in cui fissano i cinque obiettivi posti alla nuova fase unitaria della mobilitazione, convocano lo stato di agitazione di tutta la filiera bufalina, e danno vita al “Coordinamento Unitario di Difesa del Patrimonio Bufalino”.

Comunicato stampa.

Come convenuto durante l’incontro tenuto via web il 3 gennaio 2021 e convocato da Altragricoltura, dall’Associazione Tutela Allevamento Bufala Mediterranea, dal SIAAB e dalla Consulta Allevatori di Grazzanise aperto alla partecipazione dei Sindaci, degli eletti e delle realtà Sociali di territorio per discutere (all’indomani della presentazione di atti legali tesi ad ottenere giustizia sull’indecoroso e irresponsabile massacro di Bufale e di aziende che sta compromettendo il grande e storico patrimonio bufalino del Paese), si è tenuto il 4 gennaio l’incontro fra le associazioni, organizzazioni sindacali e movimenti che stanno animando l’iniziativa in campo. Gianni Fabbris (per la Presidenza della Confederazione Altragricoltura), Adriano Noviello (per l’Associazione Tutela Allevamento Bufala Mediterranea), Lino Martone (SIAAB), Paolo Carlino (per la Lega Allevatori Bufalini), Domenico Fenizia (per la Associazione Amici della Bufala), in nome delle Associazioni che presiedono e degli allevatori associati (la maggioranza delle aziende allevatrici del territorio Casertano), sottoscrivono il seguente documento con la finalità di aprire una nuova fase unitaria della mobilitazione:
OBIETTIVI
1) Alla Regione Campania:
– richiesta di apertura del confronto con i sottoscrittori sulla base dei documenti elaborati dalle associazioni unificati dalla comune proposta di assumere come base il piano di vaccinazione contro la brucella e finalizzati ad un piano di rilancio e tutela della filiera bufalina (allevatori, trasformatori artigianali, trasportatori e distributori non industriali) contro la speculazione finanziaria
– il confronto con la Regione Campania è subordinato a due condizioni pregiudiziali: la Regione deve chiarire le circostanze del fallimento del piano anti brucella e anti tbc fin qui gestito per come si è evidenziato dai numeri emersi a seguito delle indagini della magistratura e deve rimuovere dall’incarico i dirigenti che lo hanno gestito a iniziare, fra gli altri, dal Dott. Antonio Limone e dal Dott. Paolo Sarnelli.
2) Al Ministero della Salute:
– ricondurre l’inziativa di tutela sanitaria alla rigorosa applicazione delle norme Europee e dei protocolli Oie.
3) Al Ministero dell’Agricoltura:
– richiesta al Ministro dell’Agricoltura di aprire urgentemente un tavolo di confronto per valutare come affrontare e varare un piano di tutela e rilancio della seconda DOP nazionale, tanto strategica per il Made in Italy e per tutto l’agroalimentare del Mezzogiorno superando l’unico approccio sanitario per la salute umana che si dimostra sempre più strumentale (continuiamo a non avere un solo caso accertato di infezione umana derivante da brucellosi bufalina mentre si sono massacrati oltre centomila animali provocando la chiusura di trecento aziende).
4) Al Parlamento nazionale:
– il Parlamento apra una commissione di inchiesta per accertare quanto sta accadendo in provincia di Caserta e chieda conto alla Regione Campania dei risultati della gestione del suo piano.
5) Alla Commissione Europea:
– la Commissione Europea sospenda l’esame dell’annunciato Piano di gestione delle zoonosi bufaline proposto dalla Regione Campania se, prima, non vengono chiarite le circostanze emerse dalle attività della magistratura e denunciate dalle associazioni degli allevatori
Sulla base dei 5 punti sopra indicati, i sottoscrittori
DECIDONO
– di coordinare le proprie attività dando vita ad un COORDINAMENTO UNITARIO PER LA DIFESA DEL PATRIMONIO BUFALINO aperto a quanti (associazioni, movimenti, realtà e componenti istituzionali, aziende e operatori economici, cittadini), condividendo gli obiettivi dell’iniziativa, intendono liberamente partecipare ad una forte azione di mobilitazione per raggiungere gli obiettivi;
– di proclamare lo stato di agitazione del comparto bufalino con l’obiettivo di coinvolgere tutta l’area DOP e tutti i settori produttivi che proseguirà fino al raggiungimento degli obiettivi assunti Altragricoltura, Associazione Tutela Allevamento Bufala Mediterranea, Associazione Amici della Bufala, Lega Allevatori Bufalini, SIAAB;
– di convocare entro il 26 gennaio 2022 una manifestazione che sarà realizzata nelle forme e nei luoghi che il coordinamento deciderà nei prossimi giorni;
– di costituire un gruppo di lavoro unitario per coordinare le attività nelle sedi legali;
– di costituire un gruppo di lavoro unitario per fare sintesi fra le diverse proposte avanzate dalle singole realtà in modo da produrre una piattaforma unitaria da far valere nelle sedi locali, nazionali ed europee;
– di dare vita ad un gruppo unitario per lanciare una campagna di controinformazione nazionale e internazionale su quanto sta accadendo contro gli interessi del Patrimonio Bufalino (la seconda DOP nazionale, un settore strategico per il mezzogiorno, uno dei prodotti più conosciuti internazionalmente del Made in Italy)
Invitano i sindaci
– di tutta l’area DOP a scendere in campo con forza a fianco degli allevatori e degli altri soggetti della filiera bufalina in nome dell’interesse delle nostre comunità a vedere tutelata la storia, l’economia e le ragioni del territorio;
– pur nella differenza dei ruoli e delle funzioni di ognuno a essere parte di una forte e alleanza sociale di territorio che, superando le differenze politiche, rimetta al centro gli interessi delle comunità
Invitano gli operatori dell’informazione locali, nazionali e internazionali
– a raccontare quanto sta accadendo senza limitarsi a “girare veline”. “Vi chiediamo semplicemente di raccontare la verità, dando conto dei numeri e della realtà. Aprite i riflettori. Aiutate gli allevatori e quanti si stanno battendo con loro ad aprire un fascio di luce nel silenzio e nella marginalità in cui il massacro di centinaia di migliaia di animali e la chiusura di centinaia di aziende si è consumata”
Chiamano gli allevatori dell’area DOP a partecipare alla mobilitazione, guardando con fiducia alla capacità che avremo di mettere insieme la forza che ci serve. Rifiutiamo ogni tentativo di divisione: l’unità è lo strumento che ci serve per sostenere le nostre ragioni.
Ci appelliamo
a tutti i movimenti, associazioni e a tutte le diverse realtà italiane che si stanno battendo contro la crisi dello agroalimentare, per la riforma dell’agricoltura e per scongiurare che l’Italia diventi definitivamente solo una grande piattaforma commerciale speculativa a sostenere la vertenza degli allevatori campani in quanto battaglia per affermare i diritti di tutti e tutte coloro che lavorano la terra e producono il cibo contro la speculazione e la mala gestione.
Assumono, inoltre, queste ulteriori decisioni:
– Attività legali: Diverse fra le associazioni firmatarie hanno prodotto nelle settimane e nei mesi scorsi iniziative nella sede legale (denunce penali, azioni civili, diffide); nel mentre le azioni proseguono, viene deciso che in maniera unitaria l’esposto alla Corte dei Conti presentato da Altragricoltura e dal SIAAB viene sostenuto nelle forme legali possibili da tutti. Viene altresì girato l’invito ad aggiungersi a sostegno dell’iniziativa perché la Corte dei Conti accerti le responsabilità per i possibili danni erariali e patrimoniali, ai Sindaci del territorio ed a tutti le realtà sociali e civili.
– Le organizzazioni firmatarie inviano questo primo documento ai sindaci perché ne tengano conto nelle loro interlocuzioni istituzionali e possano, a partire da questo, esercitare la necessaria opera di convincimento e li invitano ad un secondo incontro che si terrà sempre sul web alle ore 17 del 7 gennaio 2022 per discutere delle proposte della manifestazione e delle altre iniziative in campo. (per partecipare inviare mail a salviamolebufale@altragricoltura.net)
– Gli allevatori terranno, nei prossimi giorni, incontri con altre organizzazioni e realtà sociali (a cominciare dagli artigiani della trasformazione e del trasporto e dai distributori) per confrontare le ragioni della difesa del comparto ponendo a tutti una questione: “se il numero dei capi bufalini diminuisce per gli abbattimenti, come è possibile che la quantità di mozzarella sul mercato aumenti? Non è forse arrivato il momento che si dimostri concretamente chi in realtà ha a cuore il prodotto secolare del nostro lavoro e chi invece, nascondendosi dietro i numeri e le delibere, approfitta del nostro lavoro per mettere le mani su un lucroso business speculativo?”
– Viene definita una pagina web unitaria rintracciabile all’indirizzo: www.altragricoltura.net/salviamolebufale dove verranno raccolti tutti i documenti e gli strumenti utili al coordinamento delle attività.

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Fonte: Ufficio Stampa All. Sovranità Alimentare