News Ismea mercati, latte e derivati ovicaprini: in rialzo il Pecorino Romano per l’export. Prezzi medi pagati agli allevatori assestati a 1,10€/kg

Latte e derivati ovicaprini – News mercati
il settimanale Ismea di informazione sui prodotti agricoli e agroalimentari

n. 4/2021 – settimana n.40 dal 4 al 10 ottobre 2021

Mercato nazionale alla produzione

Il punto sul mercato

Nell’ultimo periodo la maggior parte dei formaggi ovini ha mostrato un discreto andamento con listini medi in ascesa nel corso del periodo estivo e si evidenzia per molti prodotti un differenziale positivo rispetto allo scorso anno. L’andamento degli scambi dei prodotti caseari ovini è stato dinamico e grazie agli stimoli della domanda interna, e soprattutto alle riaperture del canale Ho.re.ca., si sono realizzati incrementi nei listini sia dei freschi che dei formaggi a maggiore stagionatura. Nelle ultime settimane si è consolidato l’andamento rialzista del Pecorino Romano destinato alle esportazioni, con i prezzi in recupero sia a livello congiunturale che tendenziale. I valori raggiunti nell’ultima ottava rilevata hanno superato i 9€/kg, evidenziando una variazione positiva rispetto al medesimo periodo dello scorso anno del +23,3%. Stabilità assoluta, invece per il Romano commercializzato in Italia con i prezzi saldamente ancorati sui valori di un anno fa. Grazie al consolidato trend positivo dei prezzi del Romano destinato ai mercati esteri, anche i listini del latte ovino sardo sono incrementati significativamente rispetto a quelli registrati ad inizio campagna.

I prezzi medi pagati a conguaglio agli allevatori si sono assestati intorno a 1,10€/kg, rispetto ai 0,81 centesimi al litro circa riconosciuti ad esordio campagna, evidenziando un recupero pari al 36%. Le previsioni per il breve periodo sono verso un assestamento dei valori con spazio anche per ulteriori incrementi. Gli allevatori restano in attesa del prezzo di acconto per la nuova campagna. Nonostante tali buone prospettive gli operatori del settore hanno sollevato preoccupazioni per il costante aumento dei costi di produzione – soprattutto le materie prime, ma anche concimi e sementi -, che sta erodendo gran parte dei guadagni e vanificando il buon prezzo del latte riconosciuto dai caseifici.