Siccità: in Piemonte necessari oltre 250 interventi emergenziali e strutturali per un valore di 121 milioni di euro
“Il Piemonte si trova ad affrontare una crisi idrica mai vista prima che certamente affonda le sue radici nei processi dei cambiamenti climatici. Dopo l’esperienza dell’evento alluvionale 2-3 ottobre 2020 di breve durata e notevole intensità e la breve parentesi dell’alluvione 3-4 ottobre 2021 che peraltro ha interessato solo il territorio dell’ovadese in provincia di Alessandria, il Piemonte non ha più beneficiato di un apporto pluviometrico adeguato all’uso potabile e irriguo, se confrontato con i dati pluviometrici statistici storici, sui quali ci si è basati finora per il calcolo degli acquedotti e delle infrastrutture irrigue”.
Così il presidente della Regione, Alberto Cirio, nella lettera inviata nei giorni scorsi al Presidente del Consiglio Mario Draghi e al Capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, con la quale ha richiesto ufficialmente il riconoscimento dello stato di emergenza.
E da una ricognizione con le autorità d’ambito e precisa mappatura, emerge che sono più di 250 gli interventi necessari per la rete idropotabile per fronteggiare le criticità.
Per quanto riguarda i fondi richiesti, si tratta di 800mila euro per i costi, già sostenuti, per le autobotti, circa 8 milioni di euro per interventi di somma urgenza realizzabili nel breve periodo (che probabilmente verranno inseriti già nel decreto di lunedì e che riguardano le interconnessioni di rete, la sostituzione o il potenziamento di pompe, opere di progettazione per il potenziamento di sorgenti o di sostituzione della rete idrica e il ripristino di pozzi già esistenti e abbandonati, ovvero opere che servono per evitare il picco di criticità dei mesi estivi) e 112 milioni per opere strutturali urgenti da realizzare nel medio periodo, che rientreranno in un secondo intervento del Governo.
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Siccità. Presidente Regione Lombardia, Fontana: “Ho inviato a governo richiesta stato emergenza nazionale, mantenere fino a 15 luglio disponibilità di acqua per garantire primo raccolto”
Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, comunica di “aver inviato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la richiesta della dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per la crisi idrica in atto sul territorio lombardo, accompagnata da una dettagliata relazione tecnica sulla situazione di criticità per le condizioni di elevato deficit idrico”.
“La situazione meteo idrologica del periodo novembre 2021 – giugno 2022 – spiega il governatore – ha generato una condizione di deficit idrico generalizzato che ha portato la nostra Regione ad adottare specifiche misure, sia per il settore idrico che irriguo, volte a contenere quanto più possibile gli effetti sulla popolazione e sul sistema agricolo”.
E proprio relativamente al settore dell’agricoltura il presidente Fontana ribadisce come “fin dall’inizio di queste criticità, Regione Lombardia, anche e soprattutto attraverso accordi mirati con i gestori idroelettrici, abbia attivato tutte le procedure necessarie per sostenere questo settore e fare in modo che il primo raccolto fosse garantito. In tal senso è necessario e indifferibile – conclude Fontana – che le attuali ‘erogazioni irrigue’ possano durare almeno fino al 15 luglio per non vanificare quanto fatto finora”.
L’assessore regionale al Territorio e Protezione civile, Pietro Foroni, intervenendo sulla situazione di criticità, ha quindi evidenziato che “l’attuale crisi idrica, anche grazie ad una serie di tempestivi interventi messi in atto dagli Uffici d’Ambito e dai gestori del sistema idrico integrato, non ha al momento coinvolto in maniera critica il settore idropotabile. Ci troviamo tuttavia – ha aggiunto Foroni – di fronte ad uno scenario di elevata severità idraulica, che determina la necessità di realizzare interventi specifici e mirati in tempi quanto più contenuti possibile per contribuire ad una migliore gestione delle risorse idriche per la pubblica tutela”.
Gli interventi volti a salvaguardare la popolazione e a fornirle assistenza, e quelle necessarie per il ripristino della funzionalità delle reti infrastrutturali, sono 652 per i settori idropotabile ed irriguo (311 interventi di soccorso e assistenza alla popolazione e 341 interventi di ripristino della funzionalità dei servizi pubblici), per un totale di 24 milioni di euro (di cui 10,7 milioni per interventi attivati o in corso di realizzazione e 14 milioni per 81 interventi da attivare).
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Regione Sardegna. Lotta alle cavallette, l’assessore Murgia: “Subito il riconoscimento dell’emergenza fitosanitaria per attivare il regime di aiuti e intervenire con il fondo di solidarietà nazionale”.
Per combattere l’invasione delle cavallette e per attivare le procedure per gli aiuti alle aziende agricole danneggiate è necessario quanto prima il riconoscimento dell’emergenza fitosanitaria per la Sardegna. Lo ha ribadito l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, che oggi ha chiesto alla Commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni, di farsi interprete con il ministro Stefano Patuanelli “della necessità di affrontare tale emergenza con la dovuta celerità”, perché lo stesso esponente del Governo “trovi la possibilità di intervenire finanziariamente mediante il concorso del Fondo di solidarietà nazionale”.
“Da alcuni anni – ha spiegato l’assessore Murgia – si assiste in Sardegna a una recrudescenza del fenomeno delle invasioni delle cavallette della specie Dociostaurus maroccanus, una locusta comune in Sardegna, nota per le sue periodiche infestazioni in forma gregaria che causano enormi danni nei territori colpiti”.
La presenza in forma massiccia e dannosa è stata riscontrata principalmente nella Provincia di Nuoro, nei territori di Ottana, Noragugume, Sedilo, Silanus, Orotelli, Bolotana e in altri comuni limitrofi. L’area interessata dalle infestazioni supera i 40mila ettari.
“Il Servizio fitosanitario della Regione Sardegna – ha ricordato l’esponente della Giunta Solinas – sta da tempo lavorando alla soluzione della problematica in stretto raccordo con il Servizio fitosanitario centrale del ministero delle Politiche agricole. Contemporaneamente in Sardegna sono già state poste in essere delle azioni coordinate tra gli assessorati dell’Agricoltura e della Difesa dell’Ambiente, le Province interessate e l’agenzia Laore”.
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Regione Sicilia. Attività produttive, adottate le linee guida per l’uso del marchio “Sicilia”
Non sarà possibile utilizzare la denominazione “Sicilia” per i marchi d’impresa senza il consenso della Regione Siciliana, a cui spettano tutela e diritti di tale nome.
La decisione del governo Musumeci si è concretizzata con la definizione da parte dell’assessorato regionale delle Attività produttive delle linee guida per il rilascio della denominazione geografica Sicilia. In applicazione alla norma nazionale di riferimento, la Regione si dota così di un regolamento per il rilascio, su richiesta, del marchio “Sicilia” secondo determinati criteri e parametri oggettivi. Le linee guida definiscono il procedimento amministrativo da seguire ai fini della successiva registrazione del marchio commerciale da parte del competente ufficio statale e, inoltre, individuano i parametri per la valutazione delle istanze da parte dei privati e il rilascio del consenso all’uso.
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Regione Veneto, Pnrr. Nuova finestra dal 15 luglio al 30 settembre per presentare domanda per bando restauro e valorizzazione del patrimonio rurale
C’è una nuova finestra dal 15 luglio fino al 30 settembre per presentare o ripresentare domanda per partecipare al bando pubblico per il restauro e la valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale da finanziare nell’ambito del PNRR M1C3 Investimento 2.2. “Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale” finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEu.
Il PNRR assegna alla Regione del Veneto risorse per 43.446.623,08 euro per finanziare almeno 290 interventi di recupero di insediamenti agricoli, fabbricati, manufatti rurali storici, colture agricole di interesse storico, ed elementi tipici dell’architettura e del paesaggio rurale per un valore massimo di 150 mila euro per ogni domanda.
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