Carrefour ha presentato all’Antitrust una serie di impegni sull’etichettatura Nutriscore presente su alcune referenze a marchio. Ci sarà un cartello esplicativo e l’etichettatura non verrà usata su Dop, Igp e sui prodotti della tradizione enogastronomica italiana.

Il Nutriscore esprime la qualità nutrizionale dell’alimento attraverso due scale correlate: una cromatica divisa in cinque gradazioni dal verde al rosso e una alfabetica con lettere che vanno dalla A (qualità più alta) alla E. Nel sistema Nutriscore il punteggio si riferisce a una quantità pari a 100 gr o a 100 ml. La valutazione dell’etichettatura a semaforo va dunque dal rosso al verde e dalla A alle E. In particolare, il verde scuro (con la A) rappresenta una valutazione positiva, il rosso (E) una valutazione negativa. In mezzo i giudizi intermedi.

Carrefour Italia si allinea alle indicazioni dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato sulla questione Nutriscore, la nuova etichettatura a semaforo che potrebbe essere imposta dall’Ue sugli alimentari cha continua a scatenare polemiche tra gli addetti ai lavori. Carrefour Italia non userà questo sistema di etichettatura sui prodotti private label, commissionati da Carrefour Italia ai propri fornitori e commercializzati in Italia e/o all’estero; sui prodotti a denominazione di origine protetta (DOP), a indicazione geografica protetta (IGP), sulle specialità tradizionali garantite (SPT), sui prodotti agroalimentari tradizionali (PAT); sui prodotti della tradizione gastronomica italiana (salumi, formaggi, olio di oliva), a prescindere dal luogo di produzione (Italia o estero); e sui prodotti a marchio Terre d’Italia.

il marchio del supermercato in Italia, continuerà ad includere nel proprio assortimento una selezione limitata di prodotti private label, commercializzati in Italia dalla società francese Interdis, facente parte del Gruppo Carrefour France, che adotta il sistema di etichettatura nutrizionale volontaria Nutri-score. La vendita sarà però accompagnata da un cartello informativo dove si spiegherà che il Nutriscore “non tiene conto del fabbisogno e del profilo nutrizionale individuale e non rappresenta un giudizio assoluto di salubrità di un alimento ma è relativo alla composizione nutrizionale dello stesso riferito a 100 grammi di prodotto e non ad una porzione di consumo. Tutti gli alimenti in commercio devono essere presi in considerazione nell’ambito di una normale dieta varia ed equilibrata”.

A muoversi, sul fronte europeo, Paolo De Castro (Pd) che sottolinea  “nessun gruppo distributivo può imporre ai propri fornitori sistemi di etichettatura nutrizionale, salvo obbligo comunitario, In caso contrario la Direttiva Ue contro le pratiche sleali autorizza i fornitori a denunciare il distributore all’Autorità Nazionale ICQRF”. 

l bollettino dell’antitrust con gli allegati disponibile cliccando qui 

Fonte: Autorità garante della concorrenza e del mercato