L’avvento della tecnica unifeed o TMR per alimentare le bovine da latte e da carne, le bufale ed anche le pecore e le capre ha nettamente migliorato la produttività e la salute di questi animali. Prima dell’unifeed si somministravano i foraggi quasi sempre a volontà, mentre i concentrati erano distribuiti dalle 2 alle 3 volte al giorno. Questo modo di alimentare gli animali impediva di dare maggiori quantità di concentrati per non incorrere nel rischio dell’acidosi ruminale. La TMR consente ai ruminanti di mangiare contemporaneamente i foraggi, i concentrati e gli additivi; questo diminuisce molto le oscillazioni del pH ruminale, permettendo un utilizzo anche elevato dei concentrati ed un’elevata efficienza della razione (feed efficiency).

Per confezionare un unifeed si utilizza una specifica attrezzatura, normalmente chiamata “carro unifeed”. Si tratta di trincia-miscelatori verticali o orizzontali, semoventi o trainati, azionati e trasportati da unità dotate di motore a scoppio e gestite da un operatore. Oltre alla somministrazione della razione, è necessario che in allevamento si accosti regolarmente l’unifeed nella mangiatoia, in modo che gli animali possano mangiare cibo non selezionato quando ne hanno voglia e per 24 ore al giorno.

Il tradizionale modo di preparare e somministrare l’unifeed vede nell’operatore “uomo” i suoi fattori limitanti, cha vanno dal non avere accuratamente caricato le quantità di alimenti previsti nella razione, al non essere costante nella granulometria del pasto unico concordata con il nutrizionista e l’alimentarista. Foraggi tagliati troppo corti possono essere fattori di rischio per l’acidosi ruminale, come lo sono quelli troppo lunghi che danno agli animali la possibilità di scegliere (sorting).

Queste variabili nella preparazione dell’unifeed, la sempre crescente difficoltà a trovare personale specializzato e la tendenza alla riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili hanno stimolato l’industria a cercare (e poi trovare) un’alternativa ai tradizionali carri unifeed.

L’alimentazione automatica, ossia i sistemi che confezionano e somministrano la razione giornaliera utilizzando al minimo l’intervento dell’uomo, sono oggi una realtà che si sta rapidamente diffondendo negli allevamenti, come tutte le altre soluzioni robotizzate.

Per approfondire questo argomento che rientra nella “precision farming” abbiamo chiesto ai principali costruttori e distributori di sistemi per l’alimentazione automatica di presentare le loro soluzioni rispondendo alle nostre domande.


L’opinione di Franco Raffanini di NUTRISERVICE – TDM 

AFS e nutrizione di precisione

“La dieta ottimale non è solo quella ben formulata ma anche quella preparata con precisione”

Con la tradizionale tecnica unifeed o TMR vogliamo ottenere una miscelata omogenea e con una struttura fibrosa capace di stimolate l’attività del rumine, evitare sbalzi del pH ruminale e massimizzare il numero dei pasti giornalieri. I componenti della dieta come le fibre, energia e proteine devono essere ingeriti uniformemente e l’azione meccanica deve permettere al rumine di essere efficiente.

Per ottenere questo si stabilisce un ordine di carico e i relativi tempi di lavoro. A volte tagliamo molto corto per evitare che le bovine scelgano ma questo determina uno sfarinamento dei fieni, in particolare se ventilati, e quindi una riduzione del peNDF, col rischio di compromettere l’efficienza del rumine (il setaccio sarà lo strumento che ci aiuterà per le verifiche).

Per massimizzare l’ingestione, a volte, provvediamo a due distribuzioni giornaliere della miscelata; inoltre, abbiamo ottenuto buoni risultati impiegando lo “spingitore”, che avvicina 7-8 volte al gg la miscelata verso la greppia.

Tutto questo è possibile gestirlo con il Sistema Automatico di Alimentazione (AFS di Trioliet). La filosofia del sistema, che poi diventa progettazione e realizzazione, può essere sintetizzata come presentato nello schema in Figura.1.

Figura 1.

Vediamo cos’è risultato dalle nostre esperienze.

CUCINA: è il cuore del sistema dove viene organizzata la gestione dei fieni e insilati in “cassoni” dedicati per varietà e taglio, da utilizzare in base alla razione, cioè se formulata per manze, asciutte o lattifere. Diverse formule di razionamento comportano anche differenti tipi di foraggi; si dovrà quindi valutare il numero dei cassoni necessari a contenere le scorte per alimentare il carro. Il sistema di taglio dei fieni attuato in questa fase è una condizione fondamentale per la buona riuscita della struttura fibrosa della miscelata. In Figura 2 è riportato un esempio del risultato di taglio effettuato in cucina prima e nel carro successivamente: è una razione per asciutte, formulata con Fieno loietto 9,5 kg + Frumento silo 6 kg + Mangimi 2,6 kg.

Figura 2.

Anche i tempi di lavoro per il carico del carro sono una misura che dobbiamo valutare con accuratezza perché ne consegue il dimensionamento dell’impianto. Sarà determinante conoscere il numero di capi da alimentare e considerare i gruppi dell’allevamento di cui produciamo le relative razioni. Nella Tabella 1 è descritta la divisione in gruppi di un nostro allevamento e come questi vengono alimentati per numero di distribuzioni giornaliere.

Tabella 1 – Esempio di allevamento servito dal modulo cucina e un carro              

VACCHE LATTAZIONE: 173, Latte kg/anno 11600
% Gr. 3.73    % Cas 2.62   SCC 183000   PR 19   CR 37
GRUPPI ALIMENTATI (6)SCARICHI / GG (22)
PRIMIPARE:68* 5
POST PARTO:8*2
PLURIPARE:977
ASCIUTTE: 282
PREPARTO:111
MANZE:783
VITELLE (3-7 mesi):472
*stessa razione

CARRO: oltre ai foraggi, il carro in cucina viene caricato dei concentrati, integratori e liquidi. Dobbiamo valutarne la capacità di carico, il volume e i quintali per soddisfare il numero dei capi da alimentare. Il carro deve avere la capacità di tagliare e miscelare come fanno quelli che oggi comunemente usiamo. Come sappiamo, la cura nel mantenere il “filo” dei coltelli è una pratica fondamentale nel piano di manutenzione. Per quanto riguarda la nutrizione delle manze, siamo orientati ad alimentarle a secco da fine svezzamento fino 6-7 mesi. La capacità del sistema cucina-carro nell’uniformare la lunghezza del taglio dei fieni è stata la condizione base per operare con tale piano di razionamento (50% fieni/concentrati)

DIMENSIONARE IL SISTEMA: tra i fattori che concorrono al calcolo per ottenere la miglior efficienza del sistema, oltre al numero dei capi e dei gruppi che alimentiamo, dobbiamo considerare anche l’ingestione di SS/capo e quante distribuzioni vogliamo fare per gruppo. Dobbiamo inoltre considerare le distanze che il carro dovrà percorrere per alimentare i vari gruppi.

STUDI ed ESPERIENZE sviluppati in questi anni in stalle che utilizzano insilati e in quelle del Parmigiano Reggiano: il numero delle DISTRIBUZIONI, definito in funzione dell’ingestione di SS, risulta ottimale fino a 6-7 v/gg per vacche in lattazione, mentre oltre questo numero non ha dato miglioramenti significativi. Di certo stimola il richiamo alla greppia e riduce la competizione gerarchica, in particolare in situazioni di sovraffollamento. Più distribuzioni giornaliere favoriscono l’aumento di ingestione, un pH ruminale più costante e quindi la salute metabolica. L’aumento di produzione è un risultato certo ma è risultato più significativo dove il piano alimentare o il TMR era gestito con sufficienza. Nella Figura 3 riporto i risultati di uno studio effettuato con la collaborazione del Prof. Calamari, in cui sono evidenti i risultati produttivi di primipare e pluripare alimentate col sistema ASF vs TMR (due anni a confronto e rilevati con sistema Afimilk), presso un nostro cliente i cui dati produttivi e riproduttivi erano già il risultato di una buona gestione aziendale. L’ingestione viene anche favorita dall’azione di “spingitore” che il carro svolge quando transita davanti a una greppia per raggiungere la successiva per lo scarico, oppure perché programmiamo un passaggio apposito. Anche questa condizione ci fa riflettere su come dobbiamo impostare i tempi di movimento del carro in funzione dei tempi di movimento di un gruppo della mandria, ad esempio prima o dopo la mungitura se abbiamo la sala.

Figura 3 – Curva delle produzioni: CTR controllo = TMR vs AFS

La PRECISIONE dei carichi dei singoli alimenti, e quindi dei nutrienti, si traduce in altrettanta precisione nella distribuzione. Col tradizionale TMR tendiamo ad avere un residuo del 3-4% in greppia per essere certi che tutte le bovine siano riuscite a soddisfare il proprio appetito. Col sistema automatizzato questo residuo è invece minore. Un altro risultato è quindi l’azzeramento degli sprechi alimentari, una precisione importante nella fase dell’allevamento che incide sul costo del latte in misura notevole in termini di lavoro, energia e alimenti. E’ comunque opportuno pulire la greppia ogni giorno.

Perché investire per dotare l’allevamento di un sistema automatizzato di alimentazione?

In Figura 4 indichiamo in modo sintetico le opportunità e risultati che un’azienda può conseguire; ognuno dovrà poi fare le proprie valutazioni di fattibilità ed economicità dell’investimento.

Figura 4.

Funzionamento del sistema e soluzioni proposte (A. Rota – Area Manager TDM Robot Trioliet)

Il nostro sistema di alimentazione completamente autonomo è composto principalmente da due parti: la cucina, per la preparazione della razione, e il robot, che distribuisce l’alimento agli animali. L’intero sistema è gestito da un software all’interno del quale si vanno a impostare diversi parametri, come le differenti razioni, la frequenza e gli orari di distribuzione del mangime. L’alimento fresco può essere distribuito fino a 12 volte al giorno. Possono essere somministrate al bestiame diverse razioni unifeed che l’allevatore può preparare in maniera molto accurata e precisa. L’alimento tagliato verrà poi trasportato al robot di foraggiamento grazie ad un nastro trasportatore che ha anche il compito di pesare i singoli componenti della razione.

Il robot WB2300 si presenta della capienza di 3 m3, è alimentato a batteria e si muove seguendo un cavo ad induzione inglobato nel cemento.

Il robot WP2300 invece è alimentato da un binario elettrificato posto a circa 4,2 metri di altezza ed il movimento è assicurato dalle 4 ruote a terra. La capienza di 3 m3 e l’alimentazione elettrica permettono di alimentare, con un solo robot, fino a 700 capi di bestiame (in base alla razione).

Il robot HP2300 al contrario è “appeso” ad una struttura IPE, e questo gli permette di superare agevolmente ostacoli, pendenze, fondi irregolari etc.

La cucina T30 è composta da diversi Bunker azionati tramite un sistema idraulico, ideale per prodotti pretagliati; è molto rapida nella fase di carico e nello scarico nei robot. Si presenta con dei rulli dispensatori posti nella parte dello scarico e con una zona di carico larga 3 metri.

La cucina T40 è equipaggiata con piani di carico mobili per la conservazione dei diversi alimenti sotto forma di blocchi o balle di insilato e con un sistema di taglio a doppio disco. Lo stoccaggio in grandi blocchi di insilato ed in balloni è stato scelto per garantire la conservazione ottimale dell’alimento. Gli alimenti vengono tagliati per mezzo di due lame circolari che garantiscono precisione e accuratezza nel taglio, senza danneggiare la superficie del blocco tagliato. Il numero di componenti dell’unifeed determina il numero dei piani di carico.

Ulteriori prodotti e componenti possono essere aggiunti al robot di alimentazione tramite altri contenitori di stoccaggio, come ad esempio un contenitore cocleato che permette la gestione di alimenti che facilmente tendono a bloccarsi nei normali contenitori, o mini silos di precisione destinati allo stoccaggio di minerali.

Un aspetto da evidenziare (prettamente economico) è che, grazie al tempo ridotto necessario a caricare la cucina, si risparmia sul bilancio aziendale in ore di manodopera giornaliera; inoltre, il robot, completamente elettrico, azzera il consumo di gasolio andando quindi a diminuire in modo significativo i costi sostenuti per alimentare il bestiame.

Ultima peculiarità, ma non per importanza, è la funzione “spingi foraggio”, che permette di avvicinare l’alimento alle bovine più volte al giorno.

Queste caratteristiche fanno del sistema Triomatic un alleato indispensabile per gestire al meglio la mandria, prevenendo sprechi di materie prime, riducendo i costi e portando ad un maggior benessere e fertilità della mandria.