La domanda di mangimi sta per diminuire di 5 milioni di tonnellate nel 2022. La diffusione di malattie animali e l’impatto economico della guerra in Ucraina sono i principali fattori di riduzione.
La produzione di mangimi dell’UE destinata agli animali d’allevamento nel 2022 diminuirà di 5 milioni di tonnellate, ovvero del 3,5% (da 150 milioni di tonnellate, nel 2021, ad un livello di 145 milioni di tonnellate nel 2022). I grandi paesi produttori prevedono un calo della produzione compreso tra -8,8 e -1,5%, che riflette le interruzioni della catena di approvvigionamento e la diffusione di malattie animali nel 2022. Sono questi alcuni dei dati pubblicati da Fefac nel report “EU Compound Feed Production Forecast 2022”.
Solo i produttori di mangimi nei Paesi Baltici, Irlanda, Polonia, Bulgaria e Slovenia dovrebbero mantenere la produzione di mangimi a un livello simile a quello dello scorso anno. A livello dell’UE, tutti i principali settori dei mangimi subiranno una riduzione.
Il settore dei mangimi per i suini sarà probabilmente il più colpito. Si stima un calo della produzione intorno al 5,6% rispetto al 2021 a seguito della riduzione del numero di capi o delle scrofe, o per l’abbandonano dell’attività da parte degli allevatori dialcuni Stati membri. Ciò è dovuto principalmente all’aumento dei costi di produzione e a problemi di salute animale come la peste suina africana (PSA). La situazione è particolarmente critica in:
- Belgio (-11%)
- Danimarca (-9%)
- Portogallo (-8,4%)
- Germania (-8%)
- Repubblica Ceca (-7,4%)
I Paesi Bassi e il Belgio continuano a spopolare le loro mandrie di suini per ridurre le emissioni ambientali agricole. La Romania e la Polonia sono i paesi maggiormente colpiti dalla PSA.
Il settore dei mangimi avicoli dell’UE registrerà un calo produttivo del -3,4% nel 2022 rispetto all’anno precedente. Ciò è dovuto principalmente alla diffusione dell’influenza aviaria in tutta l’UE, dove Francia, Belgio, Italia e Ungheria sono paesi particolarmente colpiti. Gli allevatori, a seguito dell’aumento dei costi di produzione (mangimi, energia, imballaggio) sia per le uova che per le carni avicole, stanno posticipando nuovi cicli produttivi. La politica commerciale dell’UE che offre un accesso temporaneo a “zero tariffe e “zero quote”, per i prodotti ucraini che entrano nell’UE, ha portato a significative importazioni di carne avicola e uova in luglio e agosto. Infine, a causa delle pressioni inflazionistiche sui redditi disponibili, gli agricoltori hanno difficoltà a vendere prodotti di alto valore come il biologico.
Si prevede che la produzione di mangimi per bovini diminuirà dell’1,3% rispetto all’anno precedente nonostante l’aumento delle vendite di mangimi durante i mesi estivi, quando la resa dell’erba è stata influenzata negativamente nell’UE (in particolare in Francia, Germania , Benelux e Europa meridionale). Gli allevatori hanno ridotto le loro mandrie e hanno abbreviato i cicli di lattazione per rispondere alle politiche green ma soprattutto per ridurre l’utilizzo di alimenti zootecnici.
Il deludente raccolto del mais nell’UE (-19%) può portare ad un cambiamento della dieta di questi animali a favore del frumento, sostituendo il granturco.
L’aumento dei costi delle utenze, l’incertezza economica, l’aumento dei costi legati alle misure politiche ambientali e di benessere degli animali, e la prevista persistenza delle malattie animali sono stati identificati dagli esperti FEFAC come i principali driver di mercato per l’ICFP 2023. Una sfida fondamentale per il mercato dei cereali e dei semi oleosi rimane l’incertezza sul proseguimento dell’iniziativa del corridoio cerealicolo del Mar Nero (accordo JCC delle Nazioni Unite) e il ritmo di espansione dei corridoi di solidarietà dell’UE per mantenere operative le esportazioni di cereali ucraini, durante la nuova campagna di commercializzazione.
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