L’Ismea ha reso pubblico il nuovo report intitolato “L’andamento recente del mercato dei principali cereali e della soia”.

Dalla metà del 2020, l’Indice generale FAO, ha monitorato l’andamento dei prezzi internazionali delle commodity agricole, e questo è risultato in costante crescita fino a maggio 2021 (+39,7% vs maggio 2020). L’incremento più consistente ha riguardato gli oli vegetali (+124,5%), trainati dall’aumento delle quotazioni della soia, lo zucchero (+57,3%) e i cereali (+36,6%), spinti in larga parte dall’aumento dei prezzi del mais; a seguire i lattiero-caseari (+28,0%) e le carni (+10,0%). La recente dinamica internazionale dei prezzi evidenzia tensioni confrontabili con le precedenti fiammate del mercato del 2008 e del 2011; tuttavia, i prezzi dei cereali si mantengono a maggio 2021 più bassi del 18,5% rispetto ai livelli massimi di marzo 2008, mentre gli oli vegetali solo del 2% rispetto ai massimi di giugno 2008.

Mais

Da ottobre 2020 i listini hanno registrato incrementi mensili sostenuti, raggiungendo 266,61 euro/t a maggio 2021 (+52% su maggio 2020 e +14% su aprile 2021): il valore più elevato non solo degli ultimi 15 anni, come si evidenzia dalla figura 4, ma il livello record osservato per l’intera serie storica dei prezzi Ismea che parte dal 1993.

I dati generali indicano per la campagna in corso 2020/21 una crescita della produzione globale dell’1% circa su base annua (1,13 miliardi di tonnellate nel 2020), un aumento dei consumi (+1,0% a 1,16 miliardi di tonnellate, delle quali circa il 60% destinato all’alimentazione animale) e dell’export (+7,3% a 187 milioni di tonnellate), cui dovrebbe corrispondere una flessione delle scorte (-10,3% a 267 milioni di tonnellate). Analizzando le medesime variabili nel dettaglio territoriale, si rileva come la Cina stia assumendo un ruolo sempre più determinante sul mercato mondiale del mais, influenzando il recente incremento dei listini della granella in ragione della crescente domanda di materia prima.

Infatti, i raccolti cinesi di mais vengono stimati stabili nel 2020 a 261 milioni di tonnellate, le importazioni dovrebbero quasi triplicare raggiungendo 27 milioni di tonnellate corrispondenti al 14% dell’import mondiale nel 2020 (contro il 5% nel 2019 e il 3% nel 2018), i consumi interni crescono del 3,6% a 293 milioni di tonnellate, vale a dire il 25% della domanda globale, grazie alle maggiori richieste di mais per utilizzi alimentari zootecnici in conseguenza della ripartenza della filiera suinicola dopo la recente epidemia di peste suina.

A livello internazionale. Sebbene sia ancora del tutto prematuro prefigurare l’evoluzione del mercato nei prossimi mesi, i prezzi del mais potrebbero verosimilmente rimanere sui livelli recentemente registrati nel caso in cui dovesse consolidarsi l’aumento della domanda e la riduzione delle scorte mondiali.

Figura 4. Mais: evoluzione del prezzo all’origine della granella (euro/t)

Soia

Dall’autunno dello scorso anno i prezzi si sono rivalutati mensilmente in maniera costante fino a raggiungere 695,17 euro/t a maggio 2021 (+83% su maggio 2020 e +4,7% su aprile 2021); questo, inoltre, rappresenta il prezzo più elevato osservato dall’Ismea a partire dal 1993.

Le variabili di base del mercato mondiale registrano la crescita dei raccolti nell’annata 2020/21 che si attestano a 361 milioni di tonnellate (+6,7% rispetto la precedente campagna), l’aumento dei consumi (+4,2% a 366 milioni di tonnellate delle quali poco meno del 90% destinate ad usi industriali), mentre le scorte vengono stimate in calo del 10% a 46 milioni di tonnellate.

Tali dinamiche sono da ricondurre in larga misura agli Stati Uniti, secondo paese produttore ed esportatore di soia dopo il Brasile, che ha registrato una significativa progressione dell’offerta che si attesterebbe a 112 milioni di tonnellate (+16% sul 2019), accompagnata da una solida domanda interna (+1,1% a 62,3 milioni di tonnellate nel 2020) e soprattutto dalle esportazioni che sono proseguite ad un ritmo molto sostenuto durante lo scorso anno (+36% a 62,1 milioni di tonnellate nel 2020); in tal modo le scorte dovrebbero ridursi drasticamente a 3 milioni di tonnellate (-79% a 3 milioni di tonnellate).

“Effetto Cina” anche per la soia. Non certo in termini produttivi (19,6 milioni di tonnellate nel 2020 pari al 5% del totale), ma sulle dinamiche commerciali internazionali, considerato che i maggiori apporti (l’80% del totale) provengono da Brasile, USA e Argentina che sono anche i maggiori esportatori di soia (il 90% del totale). La Cina è il principale utilizzatore di soia, con consumi pari a 117,5 milioni di tonnellate nel 2020 (+4,9% sul 2019), corrispondente a più del 30% della domanda mondiale. Le importazioni cinesi, in costante crescita nell’ultimo triennio (88 milioni nel 2018/19, 101,2 milioni di tonnellate nel 2019/20, 103 milioni di tonnellate nel 2020/21), assorbono il 60% degli scambi globali. Le scorte cinesi, inoltre, risultano in costante aumento nelle ultime tre annate, passando a rappresentare una quota del 32% di quelle complessive nel 2018/19 per arrivare al 74% nel 2020/21.

Sulla base di tali osservazioni, è verosimile ammettere che la fiammata recente dei prezzi della soia sia da ricondurre, da un lato, all’aumento dei consumi degli Stati Uniti e alla contrazione delle proprie scorte, dall’altro, alla pressione esercitata dalla crescente domanda cinese in ragione della ripartenza della filiera suinicola ed anche all’aumento delle scorte interne. Le prime stime per la prossima campagna di commercializzazione 2021/22 sono positive e non evidenziano fenomeni tensivi del mercato; risulterebbero, infatti, in aumento sia l’offerta (+6,0% sul 2020/21) che le scorte (+9,7%).

Figura 5. Soia: evoluzione del prezzo all’origine (euro/t)

In conclusione, la crescita dei prezzi delle commodity negli ultimi mesi è influenzata anche dall’aumento dei costi di trasporto. Dall’Indice Grains e Oliseeds Freight Index (GOFI) si osserva che l’indicatore è risultato in costante aumento dalla primavera dello scorso anno raggiungendo l’11 maggio 2021 il livello più elevato di sempre (2013 anno base dell’Indice).

Inoltre, lo scenario di incertezza dovuto alla pandemia, che ha reso complesso organizzare in maniera efficiente i trasporti a causa del rallentamento delle operazioni doganali e di disinfezione, sembrerebbe quindi incidere considerevolmente sui prezzi delle commodity.

Scarica il Report completo

 

Clicca qui per consultare la situazione precedente del mercato

Fonte: Ismea mercati