Eurostat ha pubblicato di recente la seconda edizione del “Key figures on the European food chain“, documento che fornisce una selezione di dati provenienti dalle statistiche sull’agricoltura e sulla pesca.

La pubblicazione è suddivisa in dieci capitoli, che forniscono fatti e cifre su aziende agricole, agricoltori, produzione agricola e prezzi, performance economica del settore agricolo, attività di pesca, trasformazione di alimenti e bevande, commercio, distribuzione, attività all’ingrosso e consumo di alimenti e bevande, oltre ad un capitolo sui temi ambientali legati ad alcune fasi della filiera alimentare.

In questo primo articolo scopriremo una serie di dati che descrivono il patrimonio zootecnico dell’UE.

Patrimonio zootecnico

L’UE ha una popolazione di animali da reddito considerevole: alla fine del 2021 nelle aziende agricole dell’UE si contavano 142 milioni di suini, 76 milioni di bovini e bufalini, e circa 71 milioni di ovini e caprini.

Fonte: Eurostat

Negli ultimi due decenni, c’è stato un calo delle popolazioni di animali da reddito in tutta l’UE.

Tra il 2001 e il 2021, il numero totale dei capi suini, bovini, ovini e caprini dell’UE è diminuito di circa l’11,5 %, passando da 326 milioni a 289 milioni.

Il numero di capi è diminuito per ogni popolazione zootecnica durante il periodo considerato: i cali complessivi maggiori (in termini percentuali) sono stati registrati per il numero di ovicaprini, mentre i suini sono quelli che hanno subito il calo minore.

Osservando più in dettaglio gli sviluppi tra il 2020 e il 2021, la popolazione di bovini nell’UE è diminuita dell’1,1%, mentre si sono registrati tassi di declino più marcati per gli ovini (-1,7%), i caprini (-2,6%) e i suini (-2,9%).

Fonte: Eurostat

Prezzi

Contrariamente alla relativa stabilità nel periodo tra il 2015 e il 2020, nel 2021 i prezzi alla produzione per avicoli e bovini sono aumentati notevolmente. Vi è stata una maggiore volatilità nell’andamento dei prezzi per i suini (in contrasto con gli sviluppi per gli altri tipi di bestiame): i prezzi alla produzione sono infatti aumentati a un ritmo relativamente rapido tra il 2016 e il 2017, sono diminuiti nel 2018, sono rimbalzati nel 2019 e sono leggermente diminuiti nel 2020 e più rapidamente nel 2021.

Per capre e pecore, gli sviluppi dei prezzi sono stati più moderati nei primi anni studiati, ma sono aumentati in modo relativamente forte nel 2020 e ancora più rapidamente nel 2021.

Fonte: Eurostat

Distribuzione negli Stati membri

La maggior parte del bestiame dell’UE è detenuta solo in alcuni Stati membri. La Spagna nel 2021 ha allevato da sola circa un quarto della popolazione suina (24,3 %), ovina (25,1 %) e caprina (22,7 %) dell’UE.

La Grecia ha allevato il 24,9% della popolazione caprina dell’Unione europea, posizionandosi al primo posto per l’allevamento caprino, e il 12,1% di quella ovina, aggiudicandosi il terzo posto per numero di ovini allevati.

La Francia è in prima posizione per l’allevamento bovino, detenendo il 22,9% della popolazione. Si posiziona poi al quarto posto per ovini (11,7%), caprini (12,2%) e suini (9,1%).

Nel 2021 la Danimarca era al terzo posto per numero di suini, mentre la Germania era al secondo posto sia per i suini che per i bovini.

l’Irlanda è risultata essere al terzi posto per numero di bovini allevati, e la Romania si è aggiudicata il secondo per le pecore e il terzo per le capre.

L’Italia si è posizionata al quinto posto sia per gli ovini che per i caprini.

Alcuni degli Stati membri dell’UE sono quindi relativamente specializzati in termini di allevamento.

Fonte: Eurostat

Densità zootecnica

L’indice di densità zootecnica è calcolato come stock di animali (misurato in unità di bestiame adulto) per ettaro di superficie agricola utilizzata. Sulla base di questa definizione, le più alte densità di bestiame nel 2020 tra gli Stati membri dell’UE sono state registrate nei Paesi Bassi (3,4 unità di bestiame per ettaro di superficie agricola utilizzata), Malta (3,3) e Belgio (2,7), e le più basse in Romania, Slovacchia, Stati membri baltici e Bulgaria, con un massimo di 0,3 unità di bestiame adulto per ettaro di superficie agricola utilizzata.

La dimensione dell’azienda zootecnica può essere definita come il numero di unità di bestiame per azienda zootecnica. Le dimensioni medie più elevate tra gli Stati membri dell’UE nel 2020 sono state quelle di Danimarca (una media di 243 unità di bestiame per azienda), Paesi Bassi (199) e Belgio (168). All’estremo opposto, vi erano al massimo 10 unità di bestiame per azienda zootecnica in Slovenia, Lituania, Croazia e Romania (dove tende a prevalere un allevamento di semisussistenza in aziende relativamente piccole).

In entrambi i casi l’Italia si posiziona leggermente sopra la media dell’UE, mantenendo valori comunque contenuti.

Fonte: Eurostat