Pubblicato da Ismea il nuovo report sulla spesa domestica ai tempi dell’inflazione nei primi nove mesi del 2022.
Se finora si poteva parlare di scarsa propensione degli italiani al risparmio nell’acquisto di beni alimentari, da settembre la situazione comincia a farsi più pesante: la continua corsa dei prezzi causata dall’aumento del costo di energia e delle materie prime ha portato l’inflazione a pesare ancor di più sul bilancio delle famiglie italiane; pertanto, nell’ultima parte dell’anno, i consumi potrebbero variare sensibilmente.
Il carrello della spesa secondo i dati dell’Osservatorio sui consumi alimentari Ismea-NielsenIQ, nel periodo cumulato da gennaio a settembre 2022, sta costando agli italiani il 4,4% in più rispetto allo scorso anno, con dinamiche che si acuiscono nei mesi di agosto e settembre (+10,4%). Tale valore percentuale, inferiore all’inflazione, è frutto della composizione merceologica del carrello della spesa che si modifica in conseguenza proprio delle strategie messe in atto da parte dei consumatori per ridurre l’impatto dell’inflazione.
Prodotti lattiero-caseari
La spesa per i prodotti lattiero-caseari, che pesa sullo scontrino il 13,2%, è aumentata nei primi nove mesi del 2022 del 4,1%.
La componente dei formaggi ha incrementi di spesa di diversa entità, con una crescita che va dal +0,8% dei molli al +3,8% dei duri, ai +7,2% degli industriali. Rispetto ad altri prodotti, è evidente che la filiera e riuscita in qualche maniera a contenere gli incrementi dei costi di produzione.
Per il latte si rileva invece un complessivo aggravio di spesa sul cumulato a settembre del 5% circa. Il prezzo del latte fresco evidenzia un’impennata a partire dal mese di aprile 2022 che rispecchia la dinamica espansiva della materia prima che ha dovuto fare i conti con incrementi notevoli (l’indice dei costi alla produzione Ismea per l’allevamento fa registrare nello stesso periodo un +13%) oltre che ai maggiori costi per i trasporti e gli imballaggi e alle minori disponibilità in ambito europeo. I primi di settembre il latte fresco al consumo ha raggiunto la quotazione media di 1,60 €/litro, segnando un +13% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. Il dato cumulato nei primi nove mesi dell’anno evidenzia una lieve contrazione dei volumi che si inserisce comunque in un contesto di flessione protratta nel tempo.
Canali distributivi
Tra i canali distributivi il supermercato resta quello predominante con il 40% di share e con una performance positiva che rispetto al pre-Covid gli fa guadagnare 2 punti percentuali. Il Discount, con il 22% di share, guadagna 4 punti percentuali rispetto al 2019, con fatturati incrementati quasi del 25%. Secondo l’osservatorio sull’inflazione di Nielsen però il Discount è anche il canale dove l’inflazione è più alta: sfiora il 20% a inizio ottobre.
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