Ieri nell’ambito del “Questione Time” alla Camera dei Depurati, il Ministro Patuanelli è stato interrogato sulla grave situazione in cui versano i bilanci della filiera agroalimentare a causa dell’aumento esponenziale dei costi delle materie prime, dell’energia, dei fertilizzanti, dei mangimi, dei macchinari e delle sementi.

In particolare, la deputata Antonella Incerti, ha voluto focalizzare l’attenzione sul comparto lattiero-caseario del settore zootecnico, segnalando che i risultati raggiunti dal tavolo convocato dal Ministero sulla filiera del latte sono di fatto stati azzerati dall’aumento del costo dei mangimi e dell’energia elettrica. “Nell’ultimo anno i costi per produrre latte sono aumentati di 8 o 10 centesimi, mentre l’accordo prevedeva un massimo di 4 centesimi. Chiediamo, allora, signor Ministro, quali iniziative intenda adottare per garantire la sostenibilità finanziaria delle aziende e delle stalle, affinché i prezzi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non scendano sotto i costi di produzione, in forte aumento, appunto, per effetto dei rincari delle materie prime, anche di quelle alla base dell’alimentazione degli animali”.

Il Ministro ha così risposto:

“Questa mattina è stato comunicato da Ismea il valore medio del costo di produzione del litro a 46 centesimi, un valore medio che ha grandi differenze su base regionale, ma che dimostra che, ad esempio, l’accordo sottoscritto per l’aumento di 3 centesimi, a 41 centesimi, è sicuramente un accordo ormai superato dai fatti e che, peraltro, deve avere ancora piena attuazione per una serie di resistenze che sono comprensibili, ma che vorrei venissero tolte dal tavolo il prima possibile e sarà mia cura convocare rapidamente e nuovamente il tavolo della filiera, proprio per sollecitare tutti gli operatori a dare attuazione reale e concreta a quell’accordo. Credo sia evidente che alcuni strumenti che abbiamo confermato e che sono in campo sono utili alla filiera; penso agli aiuti accoppiati che sono rafforzati anche nella nuova PAC, nel Piano strategico nazionale; penso all’eco-schema che va ad incentivare, con un pagamento a capo, in particolar modo quelle aziende che hanno gli allevamenti al pascolo, ma che contribuisce anche per le stalle. È evidente che sul tema del costo dell’energia va implementata rapidamente – tornerò anche successivamente, nelle prossime risposte, sul punto – la messa in campo di tutte quelle misure previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che consentono un abbattimento dei costi energetici: penso all’agrisolare, al tema del biogas e del biometano. Bisogna fare un ragionamento sul tema del digestato e il Parlamento su questo sta lavorando, perché anche quello può essere uno strumento per abbattere i costi dei fertilizzanti, i costi di fertilizzazione dei terreni. Il momento è, da un lato, positivo, perché l’economia del nostro Paese non sta andando male, dall’altro, certamente, è preoccupante il tema dei costi di produzione, molto spesso non determinati da dinamiche interne, ma da dinamiche che vedono anche un’incisione forte di questioni esterne al nostro Paese. Noi non smetteremo di mettere attenzione e risorse rispetto alle filiere produttive più importanti del nostro Paese”.

Una successiva interrogazione è stata effettuata dalla deputata Sara Moretto, richiedendo un focus sul comparto agricolo e agroalimentare la cui crisi rischia di riflettersi sull’aumento dei prezzi al consumo di prodotti primari, ovvero del cibo che acquistiamo ogni giorno. L’impossibilità di scaricare i maggiori costi sui prezzi di vendita può, in alcuni casi, portare allo stop produttivo e si rischia di non avere più disponibilità di prodotti a scaffale in questo modo. Pertanto viene chiesto al Ministro quali misure intenda adottare il Governo nel lungo periodo per accompagnare le imprese nella transizione energetica, anche quelle agricole, verso maggiore indipendenza ed efficienza, anche utilizzando i fondi messi a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il Min. Patuanelli risponde: “È evidente che tutte le filiere produttive di qualsiasi comparto, sia del settore primario che della trasformazione, scontano questo momento complicato dell’aumento dei costi di produzione, legato prevalentemente a temi energetici. Ed è tanto vero che va affrontato il tema in particolare per il settore primario, perché, come diceva la collega Cenni poco fa, è il settore che più di ogni altro non riesce nemmeno ad avere un vantaggio da un eventuale aumento del prezzo al consumo. Al di là del fatto che, poi, il prezzo al consumo che aumenta può portare a una contrazione del consumo stesso e, quindi, a un effetto nullo sulle varie filiere produttive, c’è anche il problema che quell’aumento di costo non arriva quasi mai al produttore iniziale, cioè a quello primario e, quindi, ai sistemi agricoli. Lei ha detto una cosa perfetta: bisogna agire con urgenza, con provvedimenti emergenziali, ma anche con elementi strutturali e di lungo periodo. E io aggiungo anche di medio periodo e descrivo queste tre fattispecie. Nel primo caso, io capisco che fare nuovo debito sia sempre difficile, ma penso che sia maggiore il rischio, per la nostra economia, di vedere fallire migliaia e migliaia di imprese, piuttosto che il rischio di un nuovo scostamento che consenta di avere risorse, per sostenere l’aumento dei costi di produzione, in particolare del settore primario. Quindi, per prima cosa, credo che sia necessario che il Governo prenda in considerazione, in seria considerazione, l’idea di uno scostamento e di un sostegno ulteriore per imprese e famiglie rispetto ai costi dell’energia. Per quanto riguarda interventi a medio termine, noi stiamo accelerando su tutte quelle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza che vanno a incidere proprio su questo argomento. Primo citavo il Parco agrisolare, ma c’è anche la progettualità mista, tra noi e il MIT, sul biogas e biometano; poi vi è l’agrivoltaico, altra misura mista. Per quanto di nostra stretta competenza, come Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, stiamo accelerando per arrivare ad anticipare le scadenze che avevamo rispetto al bando per l’agrisolare e, quindi, per l’installazione in copertura degli impianti fotovoltaici. Va stimolata l’autoproduzione e l’autoconsumo delle piccole aziende. Altro tema importante sono i contratti di filiera. Anche su questo, ci sono 1 miliardo e 200 milioni, che vogliamo anticipare rispetto alle scadenze, proprio per garantire che ci sia un monitoraggio su come il valore aggiunto si trasferisca nella filiera. Rispetto ai temi invece strutturali e di più lungo periodo, credo vada rivisto completamente il sistema di bollettazione degli oneri di sistema, che dovrebbero incidere sulla fiscalità generale e non sulle bollette”.

Fonte: Camera dei Deputati