Attualmente gli allevamenti di vacche da latte devono fare i conti con i cambiamenti climatici e l’attenzione al benessere animale, cercando di soddisfare il più possibile la richiesta di adottare sistemi produttivi più sostenibili e compatibili con l’ambiente. In tale contesto si sente perciò parlare sempre più spesso di zootecnia di precisione, ovvero una zootecnia basata sull’utilizzo di tecnologie avanzate in grado di migliorare l’andamento produttivo dell’allevamento e il benessere degli animali, partendo proprio dallo stato di salute e fertilità di questi ultimi.
A testimonianza di ciò abbiamo intervistato Paolo Visigalli, uno dei proprietari della “Società Agricola Visigalli Angelo Lorenzo, Francesco, Davide E Paolo”, situata a Castelleone, nella frazione di Pellegra, in Provincia di Cremona. L’azienda è un allevamento a conduzione familiare portato avanti da diverse generazioni, nato negli anni ’60 dal nonno di Paolo, il quale poi ha lasciato la gestione della sua attività al figlio e ai nipoti. Attualmente quindi Paolo, assieme a sua moglie e suo fratello, si occupa dell’intera gestione dell’allevamento, dalla parte burocratica fino a quella operativa. L’allevamento è composto per il 95%, da bovine da latte di razza Frisona, mentre il rimanente 5% è costituito da meticci ottenuti dall’incrocio fra razza Frisona e Rossa Norvegese. La scelta di allevare anche meticci, ci spiega Paolo – “è nata da una prova sperimentale, che aveva come scopo quello di testare la produttività degli animali incrociati con la Rossa Norvegese, che si vociferava fosse la “razza del futuro”. In realtà poi ho constatato che non sono stati notati miglioramenti eclatanti in termini produttivi tra le Frisone e le meticce, a parità di razione somministrata”.
Paolo ci sottolinea fin da subito che l’obiettivo principale del suo allevamento è quello di produrre una buona quantità di latte di qualità spronando gli animali altamente produttivi e selezionati dal punto di vista genetico, senza aumentare il numero di capi della sua mandria. Questa sua strategia è proiettata anche nell’ottica della sostenibilità ambientale, in quanto – “allevare un minor numero di animali, ma altamente produttivi, consente di ridurre l’inquinamento ambientale derivato dall’allevamento stesso” –. In termini di consistenza della mandria, l’allevamento consta di 115-120 capi in mungitura, che lo scorso anno sono riusciti a produrre 14.600 quintali di latte, mantenendo così la quota storica di 15.000 quintali di latte/anno. La principale produzione è quella del latte fresco, che viene conferito alla “Latteria Soresina”, anche se in minima parte il latte può essere destinato anche alla produzione di Grana Padano, in base alle modifiche che il disciplinare di questa DOP subisce.
Per quanto riguarda il piano colturale, l’azienda tenta di essere il più autosufficiente possibile, producendo trinciato di mais e mais granella, associati a fieni di prato stabile, erba medica e frumento.
Ma la caratteristica principale dell’azienda di Paolo, sulla quale pone un forte accento, è stata la scelta imprenditoriale, che ha rappresentato una svolta essenziale per il suo allevamento, di puntare sull’adozione di tecnologie avanzate. In quest’ottica Paolo ha deciso di investire nei robot di mungitura dell’azienda DeLaval, dotati di Herd Navigator® – “I robot di mungitura sono stati acquistati perché dovevamo fare un investimento, incentivato anche dal fatto che la manodopera attuale non è altamente qualificata ed è economicamente cara da mantenere. Perciò la scelta è ricaduta sul robot di mungitura prodotto dalla DeLaval, dotato dell’Herd Navigator®” –.
L’allevamento di Paolo è stato tra i primi in Italia ad aver installato la strumentazione dell’Herd Navigator®, facendo da “apripista” per l’adozione di questa nuova tecnologia altamente all’avanguardia. L’Herd Navigator® ha rappresentato per l’azienda di Paolo un punto di svolta nella gestione della salute e del benessere delle sue bovine, soprattutto per quanto riguarda la fertilità. Ci racconta a tal proposito Paolo – “Grazie all’Herd Navigator®, la fertilità è migliorata e quasi raddoppiata. Il tasso di inseminazione della mia azienda ammonta al 70%, con un valore medio di tasso di gravidanza che da 14 è passato a 26-27, il tutto con calori naturali, senza quindi sincronizzare gli animali. A fronte di tali miglioramenti, per la gestione della fertilità, mi affido completamente all’Herd Navigator®, il quale risulta estremamente efficiente perché, misurando costantemente il progesterone nel latte, consente di rilevare precocemente sia gli estri, così da poter fecondare gli animali entro 48 ore dalla segnalazione, che le diagnosi di gravidanza, ottimizzando i tempi delle fecondazioni. Grazie allo strumento, poi, non ho più adottato alcun protocollo di sincronizzazione degli estri, perché l’andamento del calore viene sempre monitorato dal dosaggio del progesterone. Con questo biomarker, il più importante a mio parere fra quelli rilevati dallo strumento, sono riuscito a ridurre l’utilizzo dei farmaci destinati alle sincronizzazioni, ottengo il 99% dei calori naturali, e posso così concentrarmi sulle vacche più problematiche, segnalate dallo strumento, applicando protocolli mirati per singolo animale e migliorando di conseguenza l’intera gestione aziendale” –.
L’Herd Navigator® presenta quindi numerosi vantaggi, poiché non è solo in grado di monitorare la fertilità mediante dosaggio del progesterone nel latte, grazie al quale sia i calori silenti che le inseminazioni che non hanno avuto successo non rappresentano più un problema, ma è in grado anche di valutare l’eventuale presenza di chetosi attraverso la quantificazione del β-idrossibutirrato nel latte, di identificare gli animali affetti da mastite e determinare la quantità di urea nel latte. Tutti questi parametri, valutati per singolo animale al momento della mungitura, hanno permesso a Paolo di incrementare notevolmente la salute dei suoi animali, migliorandone quindi il benessere e, di conseguenza, implementando le produzioni, senza ricorrere all’aumento dei capi della mandria, ma semplicemente stimolando gli animali più produttivi e gestendo singolarmente quelli “problema”. Questo significa che su un totale di 120 vacche in lattazione, il 60% risulta gravido e il rimanente 40% è rappresentato dalle bovine che manifestano problematiche di diversa natura, sulle quali si può andare ad agire singolarmente per migliorarne la fertilità e la produzione.
Grazie poi all’utilizzo del robot di mungitura e dell’Herd Navigator®, la selezione genetica degli animali è stata incentrata sui seguenti tratti: genetica da robot, che implica la selezione di bovine che abbiano un flusso di latte rapido durante la mungitura, così da ridurre il tempo di stazionamento della vacca nel robot; un ottimo stato di salute della mammella; la fertilità e la produttività.
L’unica sfida rappresentata dallo strumento è quella di saper interpretare l’enorme mole di dati forniti costantemente, che Paolo ha imparato a leggere così da essere autonomo. Il suo costo di gestione ammonta a circa 60-70 € capo/anno, spesa nettamente ricompensata da diversi fattori, tra cui il fatto che le vacche meno produttive vengono inseminate con seme di tori da carne Belga, vendendo così il vitello come animale da carne, riuscendo a spuntare un prezzo maggiore; al tempo stesso i costi di gestione sanitaria degli animali si sono notevolmente ridotti per via del loro migliore stato di salute. In ultimo, ma non per questo meno importante, la produzione è nettamente cresciuta senza aver aumentato il numero di capi nella mandria.
In futuro l’azienda Visigalli continuerà a migliorare sempre di più il benessere e la produttività dei suoi animali, investendo probabilmente anche nelle strutture, senza però aumentare la consistenza della sua mandria, così da non abbandonare la conduzione familiare che ha dato vita a questa azienda tutta italiana, simbolo della tipicità e della qualità che solo il nostro Paese riesce ad offrire.
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