Origine e diffusione
La Grigio Alpina appartiene al gruppo delle razze grigie dell’arco alpino ed è senz’altro una delle più vecchie abitanti delle Alpi. L’origine della razza allevata in Italia risale, infatti, ai ceppi presenti nel XIX secolo in alcune vallate dell’Alto Adige e del Trentino, ed in particolare in Val Passiria, Val Senales, Val Sarentino, Valle di Fassa e Valle di Fiemme, tutti confluiti nel tempo nell’ attuale razza Grigio Alpina. Fino ai primi del Novecento l’isolamento delle vallate rendeva molto difficili gli scambi genetici e quindi le caratteristiche della razza si sono potute mantenere pressoché inalterate. Le uniche modifiche si sono verificate in relazione alle condizioni ambientali e di allevamento, e in parte all’attività di selezione portata avanti dai pochi allevatori che da sempre hanno creduto nelle qualità di questa razza migliorandola in purezza.
Da sempre è stata allevata in contesti marginali grazie al fatto che è in grado di adattarsi perfettamente alle condizioni ambientali delle aree montane. Attualmente è diffusa nelle zone di alta montagna dell’Alto Adige e nelle vallate dolomitiche del Trentino e del Bellunese, anche se singoli nuclei di allevamento si possono trovare nelle regioni lungo tutto l’arco alpino e in altre zone collinari e di montagna d’Italia, sia al Centro sia al Sud, dove è praticato un allevamento di tipo estensivo.
I bovini appartenenti a questa razza sono ritenuti a duplice attitudine produttiva (latte e carne) e si presentano come animali rustici, frugali, e capaci di convertire in latte e carne in modo molto efficiente foraggi anche grossolani. È una razza longeva e di ottima fertilità, il cui allevamento si basa sul pascolo. I primi Libri genealogici furono istituiti nel 1949 a Bolzano e Trento dalle Federazioni Provinciali Allevatori di Bolzano e di Trento che coordinavano a livello provinciale i controlli della produzione del latte e l’impiego dei tori riproduttori, attualmente è presente un’Associazione Allevatori e rientra fra le razze che aderiscono alla “Federazione Europea delle razze del Sistema Alpino”.
Consistenza
In base ai dati statistici riportati sul sito ufficiale dell’Associazione Nazionale Allevatori Grigio Alpina e aggiornati al 31 dicembre 2020, risultano attualmente presenti in Italia 17.583 capi iscritti al Libro Genealogico allevati in circa 1.788 allevamenti per la maggior parte localizzati nelle provincie di Bolzano e di Trento.
Fonte: ANAGA
Associazione allevatori
L’Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Grigio Alpina (ANAGA) ha sede a Bolzano ed è stata fondata il 19 giugno 1980 e riconosciuta ufficialmente nel 1985 con il D.P.R. n° 992 del 23 giugno, momento in cui ha iniziato a svolgere la sua attività di selezione su tutto il territorio nazionale (consulta lo Statuto).
Dal 2019, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha trasferito all’Associazione Nazionale Allevatori Bovini Razza Grigio Alpina (ANAGA) con DM n. 38679 del 04.12.2019 anche il Programma Genetico e la gestione del Libro genealogico della razza bovina Pinzgauer, e con DM n. 38677 del 0.12.2019 il Programma genetico della razza bovina Pustertaler Sprinzen/Barà, inclusa tra le razze autoctone a limitata diffusione.
Attualmente ANAGA insieme alle associazioni nazionali delle razze a duplice attitudine Pezzata Rossa Italiana (ANAPRI), Rendena (ANARE), Reggiana (ANABORARE) e Valdostana (ANABORAVA) è partner in un progetto collettivo chiamato progetto Dual Breeding realizzato con il sostegno del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) Il progetto coinvolge complessivamente 16 razze bovine a duplice attitudine, dalla Val d’Aosta alla Sicilia ed è finanziato dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Autorità di gestione: MiPAAF) tramite il Programma di Sviluppo Rurale Nazionale – Sottomisura 10.2.
Caratteri morfologici
I bovini di razza Grigio Alpina sono di taglia e di peso medi, possiedono una costituzione robusta e dimostrano un’ottima adattabilità alle condizioni ambientali sfavorevoli di pascolamento, grazie alla loro agilità ed agli unghioni duri e resistenti. Lo standard di razza prevede le seguenti caratteristiche: il mantello si presenta di colore argento chiaro con sfumature più scure alla testa, al collo, alla spalla, ai fianchi, alle cosce e agli arti; la pelle è fine e morbida; gli occhi sono grandi e brillanti; le corna sono fine, bianche alla base, nere in punta, dirette in avanti verso l’alto ed a punte divergenti; la coda è molto sottile, lunga e con fiocco abbondante.
Maschi: la testa del toro è di media grossezza; il collo è corto e massiccio; la giogaia è poco sviluppata; il garrese è largo e muscoloso. I maschi sono destinati alla produzione del vitellone medio-pesante, forniscono una buona resa alla macellazione e pregevoli caratteristiche delle carcasse.
Femmine: presentano la testa allungata con fronte larga e leggermente concava; il collo è mediamente lungo e leggero; la giogaia è appena pronunciata; il garrese è pronunciato ed affilato. Il peso medio è di 550 kg. Le vacche a fine carriera forniscono una buona resa in carne. Riguardo la mammella, questa è ben distesa in avanti verso l’addome, l’attacco posteriore è alto e largo, ben sostenuta, forte negli attacchi, non spaccata, sporgente all’indietro; tessitura morbida, spugnosa, elastica. I quarti sono regolari, armonicamente sviluppati e simmetrici; i capezzoli: di media grandezza, uniformi, ben disposti, giustamente distanziati, perpendicolari, non oltrepassanti la linea dei garretti nella vacca giovane.
I caratteri considerati incompatibili con lo standard della razza sono: pezzatura del mantello; unghioni bianchi; tare genetiche (neuropatia, nanismo).
Attitudini
É una razza “a duplice attitudine” utilizzata cioè sia per la produzione del latte, particolarmente adatto alla caseificazione ma anche al consumo diretto fresco, che per quella della carne, di ottima qualità. In particolare, tra le razze bovine di montagna italiane la Grigio Alpina è una di quelle con il miglior rapporto quali-quantitativo nel latte, ovvero che fornisce una maggiore percentuale di materia utile alla produzione di formaggio, mentre nel caso della carne sia l’accrescimento degli animali allevati al pascolo che la resa nella macellazione risultano eccellenti.
Produzione di latte
Il latte della Grigio alpina risulta molto adatto sia alla trasformazione in formaggi sia alla produzione di latte per il consumo diretto.
Stando ai dati presenti sul bollettino AIA 2020 a seguito dei controlli funzionali svolti, la produzione di latte media dell’anno passato è stata di oltre 50 quintali con ottimi titoli in grasso e proteine.
Fonte: ANAGA (Bollettino AIA)
Uno degli obiettivi primari nella selezione è quello di massimizzare la quantità di latte prodotta senza peggiorare i titoli di grasso e di proteine, per questo le madri e i padri di toro vengono selezionati anche in base ad un opportuno Indice Latte Qualità, che comprende al suo interno anche la determinazione genotipica delle frazioni proteiche k-caseina e ß-lattoglobulina.
Produzione di carne
La Grigio Alpina possiede anche buone attitudini da carne, soprattutto per quel che riguarda la categoria del vitellone medio-pesante che presenta accrescimento medio giornaliero intorno ai 1.200g, caratteristiche di conformazione della carcassa molto buone, rese alla macellazione intorno al 58% ed un’eccellente qualità della carne. Sui mercati locali trova un’ottima collocazione anche la vacca a fine carriera.
Miglioramento genetico
Il programma di selezione della Grigio Alpina ha come obiettivo il miglioramento delle prestazioni produttive degli animali, nel rispetto della conservazione della biodiversità, nonché del mantenimento e della valorizzazione dell’ambiente. Si vogliono infatti mantenere e tramandare i caratteri morfo-funzionali di razza quali: taglia media, costituzione robusta, apparato locomotorio corretto con unghioni duri, rusticità, capacità di pascolamento, fertilità e facilità al parto, buona mungibilità.
Il programma di miglioramento genetico viene condotto quindi nel rispetto delle esigenze di conservazione della biodiversità, e del mantenimento della variabilità genetica, accoppiando le migliori vacche e i migliori tori in termini di attitudine produttiva sia di latte che di carne.
Indici genetici
Indice genetico per le cellule somatiche
Nell’ambito del progetto Dual Breeding, è stato messo a punto nuovo indice genetico per le cellule somatiche (SCS) della Grigio Alpina. Questo indice è espresso sul Punteggio di Cellule Somatiche presenti nel latte ai singoli controlli funzionali. I punteggi ottenuti vengono elaborati (sulla base di almeno 4 controlli per lattazione) nelle prime 3 lattazioni delle bovine. L’ereditabilità stimata per questo carattere nella Grigio Alpina è risultata pari 0,132 (13,2%). Le soluzioni che si ottengono dalle valutazioni genetiche sono espresse in modo che a un più alto punteggio di cellule corrispondano valori più bassi dell’indice genetico (e viceversa), ed i valori sono standardizzati sulla media (base genetica) del valore genetico delle vacche nate nell’anno 2000 e utilizzando come deviazione standard quella genetica del carattere (0.6106554). Nella fattispecie si utilizza una media pari a 100 e una deviazione pari a 12, uniformando l’espressione a quella delle altre razze, e si considerano miglioratori di tale carattere i riproduttori con indici superiori a 100 (ad esempio 112, 124, etc.). (Cliccare QUI per approfondire il metodo di calcolo dell’indice SCS).
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.