Terminata la sesta edizione degli Italian Cheese Awards con 10 formaggi premiati, uno per ogni categoria più 7 premi speciali.

Anche quest’anno all’Italian Cheese Awards hanno partecipato eccellenze italiane per qualità, storia e legame con il territorio. Sabato 13 novembre si è tenuta la finale di questa sesta edizione, presso il Teatro Sociale di Cittadella (Padova), e sono stati premiati vincitori 10 formaggi, uno per ogni categoria in concorso, più sette premi speciali.

Se il World Cheese Awards è il più importante concorso caseario, in cui si sfidano i migliori formaggi a livello globale, l’Italian Cheese Awards ha la finalità di valorizzare le migliori produzioni casearie italiane autentiche, tipiche e artigianali realizzate con solo latte e caglio 100% italiano.

Sabato si sono presentate 33 forme, reduci dalla semifinale, pronte a sfidarsi per l’ultima tranche. 

Vediamo insieme quali sono stati i vincitori dell’edizione 2020-2021, e lasciamoci stuzzicare l’appetito dai gloriosi vincitori del Made in Italy:

Per la categoria fresco in una sfida tra Caciotta Gajarda dal Lazio di Alchimista Lactis, la fiorita di Pecora di Morandi dal Veneto, e Robiola Roccaverano di Cascina Adorno il premio è andato a quest’ultima, la Robiola DOP. 

Per la categoria a pasta molle a destreggiarsi tra i voti dei giudici erano Arunda di Englhorn, Pecorino Sig. G di Fattoria Lischeto, Puzzone di Moena di El Mas Moena. La giuria ha premiato l’alto Adige con l’Arunda, formaggio a latte crudo prodotto a 1100 metri di altitudine con 16 vacche di razza bruna. 

Per la pasta filata a presentarsi per il podio c’erano due burrate ex aequo, in tutto perciò i formaggi erano 4: la Burrata Posticchia Sabelli, la burrata in Masseria dalla Puglia, la Burrata Artigiana sempre dalla Puglia, e la Mozzarella di Bufala Campana DOP Il Casolare. A vincere infine l’unica mozzarella, fatta a mano entro 50 ore dalla mungitura. 

Tre caciocavallo sono arrivati finalisti per la categoria a pasta filata stagionata, ovvero il Caciocavallo Castelfranco in Miscano stagionato di Agriturismo Caseria in Campania, il Caciocavallo Podolico del Gargano dell’azienda La Puglia segreta e il Caciocavallo Silano DOP del caseificio Artigiana. L’oro è andata al Caciocavallo campano Castelfranco. 

Per la categoria semistagionato in contesa erano il formaggio Antani di De’Magi dalla Toscana, il Formai di Mut Blu DOP di Latteria Branzi, e San Martino di San Lorenzo in Piemonte. Si è aggiudicato il titolo proprio quest’ultimo, che a 600 metri di altitudine lavora la pasta gessata utilizzando solo il latte del mattino. 

Anche per gli stagionati sono arrivati in finale due formaggi ex aequo, cosicché i gareggianti per questa categoria sono stati: il formaggio Gorzano di Amatrice, il formaggio Monte Lupo dell’azienda veneta La Casara, il Pecorino Gran Riserva del caseificio Cugusi e Tiu Ettori di Monzitta con Fiori dalla Sardegna. Il caseificio la Casara è infine salito sul podio con il suo formaggio realizzato con latte d’alpeggio.

Per gli stagionati oltre 24 mesi stessa situazione della precedente categoria, a sfidarsi sono stati: Fiore Sardo DOP di Salvatore Busso, il Maimone di Erkiles, il Parmigiano Reggiano Vacche Rosse oltre 24 mesi di Gennari, il Vacche rosse razza reggiana dell’azienda I Sapori delle Vacche Rosse. Il premio è infine andato alla Sardegna ed in particolare al Maimone. 

Passando alla categoria aromatizzato in lizza due formaggi veneti e uno toscano: la bufala ubriacata al Glera, la Castana di De’Magi in Toscana, il Torbato di Corrado Benedetti, affinato con whisky. La bufala ubriacata si è guadagnata la statuetta. 

Ed infine la categoria erborinato, per cui erano in contesa due Gorgonzola lombardi e un formaggio toscano: il Gorgonzola DOP dolce di Battista Arrigoni, il Gorgonzola DOP piccante “Il Bacco verde” di Defendi, il Guttus dell’Antica Fattoria La Parrina. Ed il piccante ha dato il brio conclusivo a questa edizione aggiudicandosi il plauso e la vittoria. 

Ma le premiazioni non finiscono qui, mancano infatti i 7 premi speciali, assegnati dalla Redazione di Guru Comunicazione. 

Il premio al miglior derivato del latte alla sarda Ricotta Mustia Monzitta e Fiori  Sardegna; il premio al miglior formaggio di montagna all’Asiago DOP Fresco Grün Alpe, Caseificio Pennar; il premio “Donne del latte” alle sorelle Morandi, che in Veneto gestiscono l’omonimo caseificio; il premio Cheese Shop dell’anno va al negozio Toma e Tomi, che unisce una libreria e una fromagerie, una scommessa di Luanna Giroldi; il premio alla carriera a Renato Brancaleone e alla sua Fossa dell’Abbondanza, considerato uno dei migliori maestri affinatori di formaggi al mondo possiede una fossa che contiene 4500 forme; il premio caseificio dell’anno va al Posticchia Sabelli, che in Basilicata lavora principalmente pasta filata e possiede anche una stazione di transumanza; dulcis in fundo il premio formaggio dell’anno va a La Castana, un formaggio erborinato frutto di ricerca e sperimentazione, è un aromatizzato e allo stesso tempo un dessert, di incredibile complessità sensoriale. 

Questi i vincitori e rappresentati delle tipicità italiane, che portano avanti con grinta e passione il peso della storia casearia ma anche la voglia in innovazione.