1910 – Hannover

Da qualche anno si è sparsa la voce che nella stamperia e litografia Edler & Krische. L’inventore e imprenditore Wilhelm Bernhard Ludwig Krische (1859 – 1909) usa un materiale di nuovissima invenzione, molto simile al prezioso avorio e ottenuto dal latte e sul quale lo intervistiamo.

 Gentile Herr Wilhelm Krische, è vero quanto si dice sulla sua recente invenzione da Lei brevettata e come questa è nata?

Undici anni fa deposito la richiesta di brevetto per la galalite (Galalith), un nuovissimo materiale plastico che trae il suo nome dal greco antico γάλα (gala o latte) e λίθος (lithos o pietra) perché dal latte ricavo un materiale simile a una pietra. Per la verità l’invenzione risale al 1897 ed è brevettata nel 1899 da me Wilhelm Krische con Friedrich Adolph Spitteler (1846-1940). Questa nuovissima materia ha una sua storia che inizia quando cerco di applicare la caseina al cartone per delle tavole o lavagne scolastiche bianche. Incontrando dei problemi consulto Adolph Spitteler che, dopo una lunga e avventurosa vita anche in India, dove dirige una cartiera, è considerato uno specialista della carta. Siamo inoltre in una Germania divenuta il centro della ricerca chimica e con lui, con il finanziamento anche di mio cognato Carl Kunth, nato a Brema nel 1868, troviamo il modo di trasformare la caseina del latte in un materiale bianco duro come la pietra, e da qui il brevetto al quale Lei fa riferimento. Dopo il brevetto tedesco del 1897 ne seguono altri in diversi paesi; Carl Kunth organizza una fornitura sufficiente di caseina grezza dalla Francia e soprattutto su sua iniziativa il Dr. Bartels adatta i macchinari necessari e sviluppa il processo a secco della produzione di caseina plastica.

In cosa consiste la galalite?

La caseina, al latino caseus o formaggio, è una fosfoproteina, un tipo di eteroproteina presente nel latte e in alcuni dei suoi derivati come lo yogurt e i formaggi. La galalite è un polimero termoindurente risultante dalla caseina trattata con la formaldeide, ed è una delle prime materie plastiche che sono state inventate. Mescolando caseina e formaldeide, e se si vuole vari coloranti, si ottiene la prima sintesi plastica. Evidenti sono i suoi pregi. La galalite, ininfiammabile nelle normali condizioni di temperatura e pressione, è un polimero ipoallergenico, antistatico e biodegradabile. Veloce ed economica da produrre, è anche facile da lavorare e elaborare; può essere tagliata, forata, goffrata e persino tinta in qualsiasi modo senza difficoltà, producendo così imitazioni di pietre dure preziose che sembrano sorprendentemente reali. Nessun’altra plastica può oggi competere con questa ricchezza di caratteristiche favorevoli. Per questo milioni di litri di latte iniziano a essere utilizzati per produrre la galalite, commercializzata sotto forma di tavole, tubi e bacchette, che sono sempre più usati per la produzione di bottoni, penne, bocchini ed apparecchiature elettriche, fornendo un più economico sostituto dell’avorio per tastiere di pianoforte e armonium, e divenendo un interessante materiale per gioielli secondo l’odierno movimento artistico.

Probabilmente Lei allude ai movimenti artistici che tra la fine del XIX e l’inizio del X secolo stanno interessando tutti i campi della vita, compresi i gioielli e gli ornamenti.

Molte sono le denominazioni di questi movimenti, tra questi quello dell’Art Nouveau, e che usano i nuovi materiali come la galatite. Se le corti europee e l’alta aristocrazia continuano ad utilizzare gioielli preziosi composti da diamanti e perle, i nuovi stili si diffondono presso la classe borghese che apprezza uno stile più libero e naturale. Cosa vi è più naturale del latte dal quale deriva la galatite? I nuovi gioielli di galatite, in Inghilterra e con il movimento dell’Arts and Crafts, sono di fattura artigianale e, in reazione all’industrializzazione, hanno le linee delicate e sinuose dell’Art Nouveau. Questi gioielli di alta classe, raffinatezza ed eleganza, traggono anche ispirazione dalla natura e dal simbolismo. L’Esposizione Universale di Parigi del 1900 è il momento culminante di tali fermenti innovativi e in questa condizione una materia plastica simile all’avorio o al corno trova una sua collocazione, anche sotto forma di bottoni, fermagli per cinture o pettini, e presta le ali alla creatività degli stilisti di moda e gioielli, che vogliono gioielli graziosi, accattivanti, spiritosi, non troppo costosi e spesso scambiabili. In questo modo la galalite si presta a divenire l’ideale per la produzione di bigiotteria, unitamente anche ad altri materiali.

Herr Wilhelm Krische la ringrazio di aver accettato questa intervista e per le risposte che ci ha dato, che spiegano il successo di una materia plastica derivata dal latte che, come questo, mantiene una certa caratteristica di naturalità.

 

 

 

 

Giovanni Ballarini, dal 1953 al 2003 è stato professore dell’Università degli Studi di Parma, nella quale è Professore Emerito. Dottor Honoris Causa dell’Università d’Atene (1996), Medaglia d’oro ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte del Ministero della Pubblica Istruzione della Repubblica Italiana, é stato insignito dell’Orde du Mérite Agricole della Repubblica Francese. Premio Scanno – Università di Teramo per l’Alimentazione nel 2005, Premio Giovanni Rebora 2014, Premio Baldassarre Molossi Bancarella della Cucina 2014, Grand Prix de la Culture Gastronomique 2016 dell’Académie Internationale de la Gastronomie. 

Da solo e in collaborazione con numerosi allievi, diversi dei quali ricoprono cattedre universitarie, ha svolto un’intensa ricerca scientifica in numerosi campi, raggiungendo importanti e originali risultati, documentati da oltre novecento pubblicazioni e diversi libri. 

Da trenta anni la sua ricerca è indirizzata alla storia, antropologia e in particolare all’antropologia alimentare e anche con lo pseudonimo di John B. Dancer, ha pubblicato oltre quattrocento articoli e cinquanta libri, svolgendo un’intensa attività di divulgazione, collaborando con riviste italiane, quotidiani nazionali e partecipando a trasmissioni televisive. Socio di numerose Accademie Scientifiche è Presidente Onorario dell’Accademia Italiana della Cucina e già Vicepresidente della Académie Internationale de la Gastrononie.