Si è conclusa l’edizione 2022 degli Italian Cheese Awards, con 10 formaggi premiati, uno per ogni categoria, e 7 premi speciali.

Anche quest’anno le eccellenze del settore lattiero-caseario italiano si sono riunite a Bologna, nel Centro Congressi FICO, per gli Italian Cheese Awards, gli oscar dei formaggi organizzati dalla redazione di Guru Comunicazione per valorizzare le migliori produzioni casearie del nostro paese realizzate con solo latte e caglio 100% italiano.

Da nord a sud, sono 33 i formaggi finalisti (scelti tra i 1500 candidati) che si sono sfidati sabato per ottenere le 10 statuette degli Awards. In più sono stati assegnati 7 premi speciali.

Ma vediamo chi sono stati i vincitori dell’edizione 2022.

Per la categoria freschissimo si sono sfidati la storica Cacioricotta dell’Az. Agr. Alba (Molise), il Colmetto dell’omonima Soc. Agr. Il Colmetto (Lombardia) e lo stracchino del Caseificio San Rocco (Veneto). A vincere la statuetta è stato il Caseificio San. Rocco, da 56 anni attivo nella produzione di molte tipologie di formaggi, premiato in passato per il Grana Padano ma che quest’anno ha voluto entrare in gara con una nuova tipologia di prodotto: uno stracchino morbido.

Per la categoria fresco sono arrivati in finale il Nebbiaio del Caseificio I Renai (Toscana), che dal 2005 produce sul monte Nebbiaio formaggi freschi e stagionati, il Sennoredda del Caseificio Mandrolisai (Sardegna), pastori da generazioni che da 10 anni hanno avviato anche un caseficio, e il Caprino Nobile del Caseificio Monte Jugo (Lazio), veterano del concorso proveniente dalla provincia di Viterbo che anche quest’anno si è aggiudicato il premio della categoria.

Per i formaggi a pasta molle a sfidarsi sono stati il Cuor d’Or Caprino di Argiolas (Sardegna), caseficio alla terza generazione che da 70 anni produce formaggi coniugando tradizione e progresso, il Morlacco del Grappa del caseficio Montegrappa (Veneto), formaggio storico che risale ai tempi della Serenissima (oltre 600 anni fa), e il Puzzone di Moena DOP stag. a 300 gg del Caseif. Soc. Predazzo e Moena (Trentino), scelto dalla giuria come vincitore per la categoria a pasta molle.

Le paste filate sono state totalmente un “affare pugliese“. E’ infatti dalla Puglia che sono arrivati tutti e tre i formaggi finalisti, ovvero la burrata del caseificio Artigiana e quella del caseificio La Lunghiera, e la stracciatella dell’azienda in Masseria della famiglia Cassese, che si è alla fine aggiudicata il premio.

Per le paste filate stagionate a gareggiare sono stati il Caciocavallo Caseria di Castelfranco stagionato dell’Agriturismo Caseria (Campania), che a 900 m di altezza affianca all’allevamento e caseficio anche l’ospitalità, il Caciocavallo Podolico del Gargano di La Puglia Segreta (Puglia) che utilizza solo latte della razza podolica, e il Caciocavallo di Agnone del Caseificio Di Nucci (Molise), una PAT molisana che anche quest’anno ha ottenuto la vittoria in questa categoria.

Per la categoria semistagionati sono arrivati in finale il cremonese Salva Cremasco DOP di CRA Formaggi Italia (Lombardia), il Mezzanino Bio della Latteria Perenzin (Veneto) e il Tipico Branzi della Latteria di Branzi (Lombardia), formaggio prodotto nelle Alpi Orobie del bergamasco con latte di montagna che è valso ai giovanissimi casari il primo premio.

Per la categoria stagionati, tra il Formaggio Bré dell’Ass. per il formaggio Bré (Lombardia), il Pecorino infossato dell’Az. Agr. La Mascionara (Abruzzo) situata nel parco del Gran Sasso, la Valtellina Casera DOP della Latteria Soc. Valtellina (Lombardia), cooperativa di 120 soci attiva dal 1969, e il Brenta Selezione Oro delle Latterie Vicentine (Veneto), è stato quest’ultimo a vincere il primo premio.

Per i formaggi stagionati oltre 24 mesi sono stati 4 i finalisti: il Fiore Sardo DOP di Bussu Salvatore-Debbene (Sardegna), allevatori e produttori di formaggi da sempre, il Grana Padano Riserva 30 mesi del Caseif. Soc. Ponte di Barbarano (Veneto), che ha festeggiato quest’anno i 100 anni, l’Asiago DOP Stravecchio della Latteria Villa (Veneto), latteria sociale di 7 soci, e il Formaggio Vacche Rosse de I Sapori delle Vacche Rosse (Emilia-Romagna) che si è aggiudicato il primo premio.

Anche per la categoria degli aromatizzati sono arrivati in finale ben 4 formaggi: il Bianco di Capra del Caseificio Aurora (Campania), formaggio a crosta fiorita che può essere consumato anche al cucchiaio aromatizzato con borragine, l’antico con foglie di castagno di CRA Formaggi Italia (Lombardia) stagionato per 7 mesi, il Cuordi della Soc. Agricola Il Colmetto (Lombardia), un formaggio a crosta fiorita con crema di marroni al cuore, e il Caprino alle erbe dell’Az. Agricola Nicola Romano (Calabria), affinato con le erbe spontanee presenti nel territorio. Tra questi la giuria ha voluto premiare Il Colmetto con il suo profumato Cuordi.

Per la categoria erborinati, tra il Blu Orange di Altamangiuria-Mastrangelo (Campania), la Zefferina De’ Magi (Toscana) e lo Smo’King della Latteria di Aviano Del Ben (Friuli Ven. Giulia), è stato quest’ultimo ad aggiudicarsi il premio. Frutto di un esperimento piuttosto recente, Smo’King parte da un Gorgonzola DOP, affinato dal caseificio friulano con un processo di affumicatura con legno di faggio 5 forme alla volta.

Il premio per il “Miglior derivato del latte” è stato assegnato alla ricotta de “I Sapori del Latte” di Palermo (Sicilia), azienda a conduzione famigliare dove all’allevamento di pecore dal 2011 si è affiancato anche il caseificio.

Ad aggiudicarsi il titolo di “Miglior formaggio di montagna” è stata l’Associazione per il formaggio Brè, prodotto a Breno, in Val Camonica, sul Parco dell’Adamello, da vacche di razza Bruna, e stagionato nella gallerie di un bunker della seconda guerra mondiale.

Il “Premio alla carriera” è stato conferito a Francesco Miotti della Latteria Sociale Valtellina, che con il suo lavoro e le sue conoscenze per 43 anni ha contribuito al successo di questa cooperativa.

Il premio “Donne del latte” è stato assegnato a Luciana Cianchi che da 40 anni produce il pecorino di Farindola (Abruzzo), formaggio molto particolare che utilizza caglio di suino e che viene lavorato solo da mani femminili, e sta trasmettendo alle nuove generazioni la sua passione.

Il cheese shop di quest’anno si trova sul lago Maggiore ed è quello di Eros BurattiLa Casera: la Bottega con i Tavoli”. Eros è affinatore e stagionatore di formaggi e nel suo bar vende formaggi, salumi e vini di qualità, per far conoscere anche agli stranieri le eccellenze italiane meno note all’estero.

Il premio per il “Caseficio dell’anno” è stato assegnato ai fratelli Brugnoli di Bardi (RE) che dal 2004 producono Parmigiano Reggiano biologico con un’altissima attenzione al benessere dei loro animali.

Il premio “Miglior formaggio dell’anno” è stato assegnato al Gregoriano, un pecorino a latte crudo evocativo dei pascoli abruzzesi e prodotto dal Bio Agriturismo Valle Scannese (Scanno) che deve il suo nome a Gregorio Rotolo, simbolo della pastorizia abruzzese venuto a mancare lo scorso marzo.

Si conclude così la carrellata dei vincitori dell’edizione di quest’anno, che con con passione e impegno portano avanti le tradizioni casearie del nostro paese con un occhio rivolto all’innovazione e al futuro!

Noi di Ruminantia non potevamo perdere una manifestazione come questa, che dà valore ai formaggi italiani e stimola tutti i produttori a migliorarsi continuamente.